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Stop della Provincia di Monza: la Brianza non ci sta

Coro di proteste dai rappresentanti delle istituzioni: contrari il presidente Dario Allevi ma anche il sindaco di Monza Scanagatti, la Lega ma anche i sindaci del Pd

MONZA – Un colpo di spugna. E la Provincia di Monza è stata cancellata. Ad archiviarla nei libri di storia ci ha pensato il Governo Monti, che ha approvato un decreto legge. La riforma – riducendo le province italiane da 86 a 51 - ha portato a termine un percorso di riordino che era stato avviato nel luglio scorso. Mario Monti vuole accelerare al massimo: le giunte provinciali verranno meno dal 1 gennaio 2013. A novembre ci saranno le prime elezioni per decidere i nuovi vertici. E dal 1 gennaio 2014 la riforma sarà attiva.

RIFIUTO BIPARTISAN - Ma – di fronte a quello che ha tutto l’aspetto di un vero e proprio blitz - la Brianza, con altrettanta velocità, ha già fatto sapere che «non ci sta». Il netto rifiuto ha un colore bipartisan. Dario Allevi (centrodestra) – poche ore dopo la notizia – ha convocato una conferenza stampa: «In una manciata di minuti hanno distrutto uno sforzo collettivo di decenni – ha protestato Il presidente della Provincia MB: togliere a Monza il capoluogo di Provincia o addirittura per farci tornare nell'area metropolitana di Milano è del tutto inaccettabile. Siamo di fronte a un accanimento contro la Brianza». Per una volta sulla stessa lunghezza d’onda anche Roberto Scanagatti (centrosinistra): E’ un provvedimento grave – ha manifestato il suo disappunto  il sindaco di Monza - che va contro le ragioni del nostro territorio. La decisione contrasta anche con le indicazioni che lo stesso Governo Monti aveva espresso sia nei criteri di riordino delle Province sia nella normativa in seguito approvata. Auspichiamo venga in Parlamento venga ripristinata la volontà del nostro territorio».

I SINDACI - Lo stesso sconcerto trasversale serpeggia anche tra i 55 sindaci di quella che ormai sembra essere diventata la ex Provincia MB: «Cancellare la Provincia di Monza sarebbe un grave errore – ha spiegato il sindaco di Cesano Maderno, Gigi Ponti (Pd), che è stato l’artefice della fabbrica della provincia -. Questo organismo era il coronamento di un lungo cammino e l’aspirazione profonda di un territorio». D’accordo con lui il sindaco di Seregno, Giacinto Mariani (Lega Nord): «Io resto convinto della necessità di tagliare gli sprechi, ma non gli spazi di autonomia e federalismo. Monti ha considerato le Provincie come semplici «espressioni geografiche Roma non ha fatto ciò che avrebbe dovuto, cioè tener conto delle identità culturali dei singoli territori. Quindi, a fronte di questa situazione, io dico: o tutte o nessuno. Se non c’è nessuna possibilità di mantenere in vita una Provincia, quella di Monza e Brianza, che, al di là della carta, esiste nei fatti, allora aboliamole tutte».

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