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Rapporti tra genitori e insegnanti: perché è importante non farsi la guerra

La famiglia è fondamentale nell'educazione dei ragazzi, per questo è necessario ci sia uno scambio concreto e soprattutto pacifico con la scuola

"Ai miei tempi se l'insegnante ti sgridava a scuola, a casa ti davano il resto". Negli ultimi anni questa frase che riecheggia spesso nelle case delle famiglie più "tradizionali" - o nostalgiche - che fortunatamente credono ancora nella complementarietà tra scuola e famiglia, messa sempre più in discussione per svariati motivi. Senza entrare nel merito dei presunti benefici dello "schiaffo educativo", si può affermare con assoluta certezza che la solidarietà tra insegnanti e genitori è fondamentale per gli studenti. Entrambi hanno un ruolo importantissimo, da un lato la funzione di genitore e quindi della famiglia come primo nucleo della società, dall'altro invece la funzione di docente, ovvero di colui che nella vita di un giovane individuo ricopre un ruolo immediatamente successivo a quello del genitore. 

Il sostegno reciproco, la partecipazione, il confronto, sono importantissimi per la formazione sia personale che didattica dei ragazzi. I genitori devono evitare in tutti i modi di entrare in conflitto con gli insegnanti, arrivando in alcuni casi anche a diventarne complici per il bene dell'alunno, che in questo modo vedrà in entrambi un grande punto di riferimento, avendo un modello da seguire sia a casa che a scuola. Un contrasto tra queste figure, invece, potrebbe innescare un corto circuito nel processo educativo.

E' necessario trovare un equilibrio, anche se a volte ci si può imbattere in divergenze caratteriali o di opinione. Ben venga, l'importante è risolverlo tra adulti, senza coinvolgere il ragazzo: meglio un confronto diretto che una guerra latente dove lo studente diventa un bersaglio mobile. Occorre lavorare sullo stesso piano, in tandem, facendo comunicare la sfera privata con quella sociale. E' questo il triangolo vincente, insegnante-genitori-studente. 

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