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Alberi monumentali: le querce gemelle di Villa Reale

Con oltre 26 metri d'altezza e 600 centimetri di diametro, queste due "regine" di Villa Reale sono censite tra i più notevoli alberi monumentali d'Italia

Testimoni di un tempo che non c’è più, gli alberi possono essere considerati veri e propri monumenti. Lo sa molto bene il Corpo Forestale dello Stato che nel 1982 lanciò il primo "Censimento nazionale degli alberi di notevole interesse", per individuare e catalogare le piante singole o in gruppi, che presentavano alcune caratteristiche particolari: dimensioni eccezionali rispetto alla specie, forme singolari, qualità estetiche e valore storico. «Un'opera certosina – si legge nel sito del Corpo Forestale- che portò i forestali in boschi e giardini, paesi e città, montagna e campagna, per trovare e schedare i campioni della vegetazione, e per raccogliere tutti quei materiali storici e scientifici che oggi permettono di apprezzarli nella loro irripetibile "individualità". In breve le schede si riempirono di dati - altezza, diametro, stato fitosanitario, età - e nacque una nuova geografia monumentale italiana, paragonabile per rarità e pregio a quella archeologica».

Secondo il Corpo Forestale l'Italia possiede un patrimonio di monumenti verdi forte di 22.000 "alberi di notevole interesse". Tra questi oltre 2.000 sono definiti di "grande interesse" e ben 150 di "eccezionale valore storico o monumentale".

Il censimento ha interessato infatti anche quegli alberi che sono stati protagonisti di episodi storici o legati alla vita di uomini illustri o di Santi. Monumenti della natura, insomma, che si collocano accanto a quelli creati dall'uomo e costituiscono un patrimonio di inestimabile valore, da conoscere e da tutelare.

Un esempio di questi monumenti verdi lo troviamo nella Villa Reale a Monza. I Giardini della Villa Reale, la cui superficie è di 40 ettari circa, circondano gli edifici del complesso monzese da tutti i lati e sono divisi dal retrostante parco da una recinzione. Storicamente distinti da quest'ultimo, che fu realizzato trent'anni dopo, ne sono diventati con il tempo la naturale premessa. La caratteristica che l'ha reso più famoso nel mondo nei suoi duecento anni di vita è costituita dalla grande varietà di alberi ultrasecolari: i giganti verdi.

Due in modo particolare, visto che si tratta delle querce gemelle, una farnia e una scarlatta. Con oltre 26 metri di altezza e 600 centimetri di diametro, le due regine del parco di Villa Reale sono state portate dall’America agli inizi del1800 per opera del Vicerè d’Italia Eugenio di Beauharnais che curò il parco per volontà dello stesso Napoleone Bonaparte. Nei 200 anni trascorsi, questi due splenditi esemplari di quercia sono stati spettatori silenti del trascorrere inesorabile della storia: sotto l’ombra di questi giganti è passata la carrozza che portava il corpo del re Umberto I morto per i colpi di pistola di Gaetano Bresci il 29 luglio 1900; ha goduto della loro bellezza e maestosità anche l’Arciduca Ranieri, nominato Vicerè del Lombardo Veneto sotto il dominio austriaco. Fino ad arrivare ai giorni nostri.

Specie neofita originaria dell’America settentrionale, la quercia venne introdotta in Europa a scopo ornamentale e selvicolturale a cavallo fra XVII e XVIII secolo. In Italia la prima segnalazione di coltivazione è del 1812, presso l’Orto Botanico di Brera. A partire dal 1922, ma soprattutto fra gli anni '40-'60, è stata utilizzata in rimboschimenti per la rapidità di crescita e la maggiore resistenza verso le comuni patologie delle querce autoctone. Nelle aree di introduzione ha presto mostrato notevole capacità di diffusione e di sostituzione delle specie autoctone.

Alta fino a trenta metri, ha un tronco diritto in modo particolare nei giovani esemplari. Le foglie sono caduche, semplici, lunghe circa 10-30 centimetri e larghe 10-20 centimetri. Sono lucide, di colore verde intenso prima, mentre in autunno assumono un colore rosso intenso nelle piante giovani fino a divenire giallo-bruno in quelle adulte e vecchie.

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