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Inquinamento nei torrenti: ancora una volta tocca al Lambro

Trovate sostanze scure e maleodoranti nel fiume Ambro. La polizia provinciale indaga. Non è il primo caso di inquinamento idrico di questa zona

L’inquinamento dei fiumi è uno dei problemi più sottovaluti ma che se non risolto può intaccare l’intero ciclo idrogeologico. La maggior parte dei fiumi è inquinato da prodotti chimici e microrganismi provenienti da rifiuti industriali e fognari, ma c’è anche un notevole inquinamento da materie plastiche, che si decompongono molto difficilmente, tutti inquinanti comunque di cui è direttamente responsabile l’uomo. Il Lambro è tra i fiumi più inquinati d’Italia: il suo bacino, unitamente a quelli dell’Olona e del Seveso, nell’ottobre 1987 è stato dichiarato "area ad alto rischio ambientale".


 

È infatti la valvola di sfogo dei rifiuti, detriti e depositi fangosi di un’immensa zona industriale costituita dal triangolo Varese, Como, Milano. Tantissime volte l’ecosistema del fiume Lambro è balzato alla cronaca per aver subito seri danni ecologici. Anche di recente.

Infatti, lo scorso 21 marzo ancora una volta le acque dei torrenti Bevera e Fossarone si sono colorate di nero. Era già capitato lo scorso 6 febbraio. Ieri è ricapitato di nuovo. Questa volta è toccato in modo particolare alle acque del Lambro, di cui il Bevera è un affluente. Anche qui le acque si sono scurite ed hanno emanato un odore nauseabondo, nonostante le abbondanti piogge di quei giorni che avrebbero potuto cancellare le tratte del misfatto.


 

Ma evidentemente era talmente tanta la “schifezza” gettata come se nulla fosse, che le piogge non sono riuscite a ripulire. E forse non è stato un male. In questo modo si sono potute fare ricerche per trovare l’artefice di questo “bello” scherzetto. Infatti, la polizia provinciale, dopo la segnalazione, ha avviato subito i controlli, insieme alle guardie ecologiche volontarie che hanno avvertito immediatamente Arpa e Brianzacqua.


 

Si è tentato quindi di ricostruire l’accaduto. Secondo delle indiscrezioni erano già sotto l’occhio della guardia provinciale due aziende - una tessile l’altra meccanica - già in passato sottoposte a controlli e denunciate per le medesime violazioni nei comuni di Renate e Veduggio.  Nelle stesse unità produttive sono state svolte delle ispezioni che hanno portato al prelevamento di alcuni campioni del possibile materiale sversato, in parte colorante ed in minima parte oleoso. Gli accertamenti, comunque, proseguiranno.

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