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Maurizio Lanzaro saluta Seregno: "Spero che sia un arrivederci e non un addio"

L'allenatore ha parlato a 360° della sua meravigliosa esperienza in Brianza

«Spero che sia un arrivederci e non un addio». Maurizio Lanzaro, guida tecnica del Seregno negli ultimi due mesi, riassume così il suo pensiero, il giorno dopo il pareggio a Sesto San Giovanni che è costato la retrocessione in serie D agli azzurri, senza sconfitte nella sua gestione. «Sono arrivato in punta di piedi -continua- e, dopo l’addio di mister Alberto Mariani, mi è stata affidata la squadra. Con i ragazzi ho subito trovato una grande sintonia: tutti mi hanno dato tantissimo e mi dispiace per questo ancora di più aver mancato l’obiettivo della salvezza. Sono stati comunque due messi bellissimi, in cui il gruppo ha lavorato tanto ed in cui sono emersi i valori umani di ciascuno. L’ho capito ancora una volta di più oggi, quando ci siamo salutati allo stadio Ferruccio».

L’analisi prosegue: «Le due partite dei playout le abbiamo interpretate a dovere, con aggressività ed intensità, e penso che alla fine non siamo stati premiati come avremmo meritato. Lo sport però è questo ed alla fine con il direttore sportivo Luca Pacitto siamo andati nello spogliatoio della Pro Sesto a complimentarci». La chiosa estende il concetto di riconoscenza a tutto l’ambiente: «Con la proprietà, con Fabio Iurato e Giorgio Coviello, si è creato un rapporto splendido, come con il direttore sportivo Luca Pacitto e tutto il mio staff.

I suoi componenti, Roberto Cau, Davide Micillo e Luca Lancioni, erano già a Seregno al mio arrivo e subito abbiamo cominciato a lavorare sul campo nel migliore dei modi, con un affiatamento incredibile, se si considera che mai eravamo stati insieme prima. Li ringrazio, come ringrazio anche Gianfranco Serafin, Alessandro Casazza e Claudio Cammarata, che ci sono stati al fianco in modo magnifico. Infine, ringrazio i tifosi, che ci hanno sostenuti ed a loro volta ci hanno ringraziati per l’impegno, nonostante la retrocessione. Lo sport insegna anche ad accettare le sconfitte, ma dalle sconfitte spesso si riparte per ottenere nuove vittorie. E conto che avvenga così anche a Seregno».

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