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La tripletta ai Mondiali e i giorni in cui Monza ebbe una via intitolata (quasi) a Paolo Rossi

Laura Sabbadini, monzese, quel luglio del 1982 aveva 17 anni e nel giorno della scomparsa del calciatore simbolo dei Mondiali ha condiviso un ricordo che lega la città al giocatore

Poche decine di metri che da via Italia conducono a piazza Duomo con soltanto una manciata di numeri civici, nel cuore di Monza. E' via Monsignor Paolo Rossi, dove chiunque si sarà ritrovato a passare almeno una volta e che forse non tutti sanno che si chiama proprio così. E nemmeno che proprio quella via - nell'estate del 1982 - per qualche giorno, per una bravata di qualcuno sull'onda dell'euforia della vittoria dell'Italia nel Mondiale, divenne via Paolo Rossi, tributo a chi quel sogno azzurro l'aveva reso possibile. 

E la stradina dedicata all'arciprete Monsignor Paolo Rossi che fu a Monza dal 1899 al 1938, dopo il segno tracciato con pennarello nero da qualcuno, per qualche giorno divenne semplicemente "Via Paolo Rossi", la strada dedicata al campione all'indomani della vittoria. Una curiosità folkloristica che è un prezioso ricordo che Laura Sabbadini, 55 anni, monzese, ha voluto condividere attraverso i social con la città e raccontare a MonzaToday.

"C’è una piccola via in centro. Un budellino. Quello che porta dalla via Italia alla maestosità di Piazza Duomo: Via Mons. Paolo Rossi. Ci sono nata e cresciuta i primi 25 anni della mia vita. Quella magica sera avevo 17 anni. Era il 1982. Luglio. Avevamo appena vinto i mondiali. Nella carambola d’auto e di festa (dal primo piano del balcone in via Italia battevo il cinque alle mani di quelli in piedi sulle auto in festa) Qualcuno, con un pennarello nero, tolse il “Mons.” Dal nome sulla targa in marmo della via e rimase “Paolo Rossi”. Il giorno dopo la gente chiedeva “accidenti, gli hanno già dedicato una via?” E per un paio di giorni con tutto il rispetto per il Monsignore che fu il primo Arciprete del Duomo di Monza la città celebrò Pablito. Ci hai fatto sognare. Dovunque tu sia, grazie per quel sogno" ha scritto sui social la 55enne monzese, Direttore Generale della sede italiana di una multinazionale che si occupa di packaging.

"Tutte le volte che mi chiedevano di dire la mia via di residenza e si sentivano rispondere 'Paolo Rossi? mi chiedevano: 'Gli hanno già dedicato una via'? E ancora oggi se ci ripenso quel ricordo mi fa sorridere" racconta Laura che giovedì mattina ha rispolverato i ricordi della sua infanzia e dell'adolescenza dopo aver appreso la notizia della scomparsa del calciatore che ha fatto sognare l'Italia.

"Il mio balcone era proprio al primo piano e affacciava su via Italia dove quella sera c'era una gran festa con i cortei ed è un ricordo bellissimo della mia adolescenza, di un momento in cui pur non avendo nulla, avevamo tutto e bastava davvero poco per essere felici" racconta. "Quella sera c'era un atmosfera speciale come se tutti fossimo diventati amici: non sono appassionata di calcio ma è un ricordo che conservo nel cuore".

FOTO - I festeggiamenti a Monza dall'Archivio storico di Sei di Monza Se...(Facebook)

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"Nell'euforia del momento a un certo punto ho visto due persone, forse due ragazzi, che uno a cavalcioni all'altro, con un pennarello nero hanno cancellato la scritta Monsignor dalla via ed è rimasta solo la voce Paolo Rossi". E sotto, a sventolare, una bandiera italiana. Poi la festa è finita, l'euforia si è spenta insieme alle televisioni sintonizzate sull'evento e Monza è tornata alla normalità. Così come la via dedicata al suo arciprete. Ma per qualche giorno - o forse sono state solo ore - anche il capoluogo brianzolo ha celebrato l'eroe del Mondiale. "La Monza di oggi è totalmente cambiata" conclude Laura Sabbadini con un po' di nostalgia "ma è il mondo intero ad essere cambiato: è molto più invivibile ma è sempre la mia città e io cerco di viverla al meglio". 

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