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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Un anno di covid-19 in Lombardia: Pil 2020 -9,4% ma si intravedono già i segnali positivi della ripresa

Daniele Parolo, Cna Lombardia: “Accanto al segnale positivo di una flessione del PIL più contenuta delle attese e ad una previsione di ripresa più robusta per l’anno in corso, a colpire sono i dati del turismo. Su questo comparto si è abbattuto un vero e proprio tsunami. Non possiamo più aspettare oltre.”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di MonzaToday

Il Pil della Lombardia nel 2020 è diminuito del 9,4% rispetto alle stime precedenti (-9,8%) e si attende una ripresa del +5%, più robusta rispetto alla stima di gennaio (+3,9%). Consumi ed investimenti si confermano in picchiata, rispettivamente dell’-11,3% e del -9,1%. L’Occupazione si è ridotta di circa 77.400 unità, con una contrazione dell’1,7% rispetto al 2019. Per l’export 13,5 miliardi in meno, ma si prevede una crescita del +13,6% nel 2021. Sono questi i risultati presentati stamani in conferenza stampa congiunta del terzo Focus relativo all’impatto del Covid 19 sull’economia del territorio, secondo quanto emerso dallo studio effettuato dall’Osservatorio Economia e Territorio del Centro Studi Sintesi per CNA Veneto e CNA Lombardia. (Il precedente Focus è stato presentato a febbraio 2021). Con riferimento specifico alla situazione della Lombardia, il Presidente di CNA Lombardia Daniele Parolo commenta: “Accanto al segnale positivo di una flessione del PIL più contenuta delle attese e ad una previsione di ripresa più robusta per l’anno in corso, a colpire sono i dati del turismo. Su questo comparto si è abbattuto un vero e proprio tsunami. Non possiamo più aspettare oltre la definizione di una strategia di “ricostruzione” delle possibilità economiche del comparto. Fisco e credito devono essere flessibilissimi.” Il Presidente regionale CNA prosegue: “L’indagine che abbiamo condotto vuole tuttavia servire non solo a quantificare il danno economico derivante dalla pandemia ma a tracciare una via per tornare a crescere in modo sostenibile. CNA è oggi in grado di dire con un sufficiente margine di ragionevolezza che alcuni settori saranno intensamente investiti dalla transizione ecologica, nel senso che in quei settori il livello di mobilitazione degli investimenti sarà più alto, con effetti di innovazione più rilevanti, con margini di crescita del valore aggiunto e dell’occupazione più interessanti. Proviamo allora a mettere anche l’accento delle politiche pubbliche, con regole e stanziamenti adeguati, su segmenti decisivi come ciclo dei rifiuti, costruzioni, impianti per gli edifici, logistica e mobilità, cura del paesaggio, solo per fare alcuni esempi. C’è tanto lavoro da fare!” IL COVID SUL PIL 2020: la Lombardia e le principali regioni europee L’Osservatorio, ha analizzato l’impatto del Covid 19 sulle principali economie regionali d’Europa confrontandolo con i dati regionali lombardi. Lo Studio evidenzia come anche per le regioni europee, la pandemia dal punto di vita economico sia stata devastante e senza precedenti, ma che gli altri stati europei hanno contrastato con un PIL in perdita contenuta. Tra il 2019 e il 2020 il PIL è diminuito ovunque: i Länder tedeschi sono stati gli unici che hanno registrato flessioni più contenute rispetto alle altre regioni europee (Renania Nord Westfalia -4,4%, Baviera -5,5%, Fiandre-11,1%, Baden-Wurttemberg -5,5%, Paesi Baschi -9,7%, Catalogna -13,5%, Comunità Valenciana -10,7%). Il raffronto con le tre regioni italiane oggetto dello Studio riporta le seguenti percentuali: la Lombardia ha registrato un PIL in discesa del -9,4%, il Veneto -9,0%, l’Emilia Romagna anch’essa il -9,0%. Sono dati importanti che CNA Lombardia per prima ha analizzato per approntare politiche di ripartenza agganciate all’export e all’Europa. Il Segretario Regionale CNA, Stefano Binda, commenta: “Proviamo a guardare alle correlazioni nel tempo e nello spazio che emergono dalla ricerca. Se collochiamo la Lombardia dentro il quadro delle maggiori Regioni europee, vediamo che perde il 9,4 per cento di PIL contro un calo intorno al 5% di Baviera, Baden Wurttemberg e Renania Nord – Vestfalia. Se dilatiamo lo sguardo lungo l’asse cronologico degli ultimi 10 anni, vediamo che le tre Regioni tedesche citate sono cresciute tutte tra il +12% e il +21%, la nostra Lombardia del 3,6%. C’è senza dubbio un tema di redistribuzione della catena del valore nell’economia globale, ma siamo convinti che a tale redistribuzione il sistema delle autonomie territoriali tedesche abbia saputo e potuto rispondere meglio sotto il profilo dell’organizzazione dell’istruzione, della fiscalità, degli stimoli economici al tessuto produttivo. La Lombardia ha bisogno di stare al passo dell’Europa continentale. Questo obiettivo definisce uno sforzo di volontà e di intelligenza ma anche l’esigenza di una maggiore autonomia su alcune materie per farlo.” I DATI DELLA LOMBARDIA PIL -9,4% (dato 2020) + 5% (proiezione 2021) Le ultime proiezioni delineano un quadro economico in leggero miglioramento rispetto alle stime precedenti (-9,8%). Per il 2021 si attende una riprese del 5%, più robusta rispetto alle stime di gennaio (+3,9%), anche se insufficiente a riportarlo ai livelli pre-covid (-4,8% rispetto al 2019). CONSUMI -11,3% (dato 2020) + 4,3% (proiezione 2021) Nel 2020 i consumi delle famiglie in Lombardia dovrebbero aver subito una contrazione dell’11,3%, dato che conferma sostanzialmente le stime precedenti (-11,1%). Nel 2021 i consumi dovrebbero crescere del 4,3%, posizionandosi tuttavia ad un livello ampiamente inferiore rispetto a quello del 2019 (-7,5%). INVESTIMENTI -9,1% (dato 2020) + 9,7% (proiezione 2021) La dinamica degli investimenti si dimostra particolarmente sensibile all’evoluzione della pandemia: le ultime stime per il 2020 indicano infatti un calo degli investimenti a livello regionale del 9,1% (proiezione precedente -8,2%). Nel 2021 si prevede una robusta inversione di tendenza con +9,7%, sfiorando i livelli pre-covid. IMPRESE E ADDETTI Il numero di imprese attive a marzo 2021 risulta sostanzialmente stabile rispetto a fine 2019 (-0,1%), a fronte di una leggera crescita a livello nazionale (+0,2%). Si segnala il calo del manifatturiero, del commercio-turismo e della logistica. Nel 2020 l’occupazione si è ridotta di circa 77.400 unità, con una contrazione dell’1,7% rispetto al 2019. EXPORT -10,6 (dato 2020) Prosegue anche nel 4° trimestre del 2020 la ripresa dell’export (+3,8 miliardi di euro). Nel 2020 le minori esportazioni delle imprese lombarde ammontano a 13,5 miliardi (-10,6%). Tra il 2019 e il 2020 le esportazioni dei comparti manufatturieri in Lombardia fanno registrare una contrazione del 10,2%. La flessione interessa tutti i comparti, con la sola eccezione dell’agroalimentare (+1,3%). Tra i comparti maggiormente compiti figurano sistema moda, sistema casa, metallurgia e metalli. LE PROSPETTIVE PER LA RIPRESA TRANSIZIONE ECOLOGICA (Elaborazione su dati Istat 2018) La seconda parte dello studio condotto dall’Osservatorio si concentra sulle prospettive della ripresa che si basano su due cardini. Il primo è la Transizione ecologica. La piccola e media impresa ha già iniziato il percorso con filiere che si muovono in questa direzione, basti pensare all’adozione di strumenti quali il Superbonus che sta dimostrando tutte le sue potenzialità operative per quanto riguarda il comparto Casa, e l’istituzione delle Comunità Energetiche, incentivo importantissimo per diffondere la cultura green oltre che reale opportunità di risparmio. Una possibile “griglia di partenza” è rappresentata dalla analisi di alcuni settori suddivisi tra quelli in prima fila vale a dire quelli che possono, da subito, cogliere le opportunità di transizione o che lo stanno già facendo. Tra questi: produzione e fornitura di energia elettrica; ciclo rifiuti; attività di costruzioni; impianti e finitura di edifici; informatica e gestione dei dati; collaudi e analisi tecniche; noleggio di auto e altri beni; cura del paesaggio; riparazioni PC e comunicazione, per un totale di 61.312 unità locali pari al 14,4 del totale regionale di cui 95 sono microimprese, per 181.539 addetti (10,3 del totale regionale, di cui il 58,5 sono occupati in microimprese). Tra i settori in seconda fila: agroalimentare, legno, carta, fabbricazione di veicoli e componenti, commercio e riparazione di veicoli, motori elettrici e accumulatori, apparecchi per illuminazione, fabbricazione di cablaggi, materiali da costruzione, pari a 19.346 unità locali (4,5 del totale regionale di cui 85,5 sono microimprese; 143.487 addetti pari al 8,2 del totale regionale di cui il 31% sono occupati in microimprese). TURISMO: tempi e caratteristiche del Turismo post-Covid (Elaborazione Dati Regione Lombardia) Nel 2020 il movimento turistico in Lombardia si è più che dimezzato: infatti, si contano 11,4 milioni di arrivi in meno (+65% rispetto al 2019) e una contrazione di 23,4 milioni di presenze (-58%). Il calo è imputabile soprattutto alle presenze all’estero (+68%). Mentre la flessione degli italiani è stata leggermente più contenuta (-42%). Inoltre il ridimensionamento del movimento turistico regionale ha interessato soprattutto il settore alberghiero (-66%), con una riduzione pressoché totale delle presenze nelle stagioni intermedie (-80%). Quasi la metà delle minori presenze turistiche in Lombardia è imputabile alla Provincia di Milano (-7,1% rispetto al 2019). Nel 2020 il turismo è stato soprattutto interno (italiani hanno superato gli stranieri) e sempre più concentrato nella stagione estiva (51%), anche in ragione del migliore andamento della curva epidemiologica. LE PREVISIONI: l’estate 2021 Nonostante il Covid, nel 2021 il 55% degli italiani andrà in vacanza: di questi, più del 67% sceglierà località italiane. Come accaduto l’anno scorso, nel 2021 i flussi turistici si concentreranno prevalentemente nei mesi estivi. Nell’anno della pandemia e degli spostamenti brevi, il ricorso all’auto per i viaggi è passato dal 57% al 74%. Il Covid ha dimezzato il ricorso alle agenzie: nel 2020 il 74% delle prenotazioni sono state fatte direttamente. Il passaggio ad un turismo «orientato al valore» è fondamentale per la sopravvivenza, poiché le forme di turismo che si concentrano sull’incremento del numero di visitatori sono destinate a non funzionare più dopo la pandemia (fonte Unioncamere-Isnart). Con la graduale ripresa del turismo, vi sarà una crescente domanda di attività turistiche all'aria aperta e basate sulla natura; saranno privilegiate le esperienze di «viaggi lenti», che stanno guadagnando un interesse sempre maggiore (fonte UNWTO). Riscoprire il turismo a chilometro zero il volàno che può far ripartire nuovamente il comparto.

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