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Dà fuoco all'auto e alla casa dell'ex compagno che non vuole tornare insieme a lui

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Si è vestito con abiti da donna per camuffarsi meglio. Per non sembrare lui. Ma ha lasciato una lettera che poi si è rivelata essere la sua firma su quell'atto incendiario, per via di un nomignolo con cui confidenzialmente chiamava l'ex compagno a cui lo scorso 20 maggio è arrivato a incendiare casa e l'auto, facendolo finire in ospedale per uno choc emotivo. Ora l'uomo, 39 anni, cittadino pakistano, è ai domiciliari e dovrà rispondere dell'accusa di atti persecutori. 

Le indagini

Le indagini sono iniziate nei mesi scorsi dopo che nella nottata del 20 maggio un incendio aveva distrutto la Jeep Cherokee di proprietà della vittima e coinvolto anche la sua abitazione. In quell’occasione da casa erano anche spariti 10mila euro e il 26enne, per uno choc emotivo, era anche finito in ospedale. Secondo quanto ricostruito, dalla fine della relazione sentimentale avvenuta nel mese di febbraio 2022, aveva cominciato insistentemente a molestare e minacciare il suo ex compagno, chiedendogli denaro e favori vari oltre alla possibilità di riallacciare la loro relazione.

Tra le minacce, oltre a quelle di morte, anche quella di diffondere video intimi o di rivelare ai familiari la loro relazione omosessuale in ragione dei divieti imposti dalla religione islamica. In un’occasione era arrivato a mettergli anche le mani addosso, danneggiandogli il cellulare e il parabrezza dell’auto.

L'accusa di stalking

“Gli accertamenti eseguiti hanno quindi permesso di far emergere elementi idonei a ricondurre all’indagato l’evento del 20 maggio e inquadrare lo stesso nella più ampia cornice degli atti persecutori” spiegano in un comunicato dal comando provinciale dell’Arma di Monza.

Quella notte l’indagato, travestendosi da donna, si sarebbe avvicinato alla casa dell’ex e avrebbe appiccato il fuoco in più punti dell’abitazione e sull’auto con l’intenzione di provocare un incendio di grosse dimensioni. Poi si sarebbe introdotto in casa e avrebbe portato via 10mila euro in contanti. Ma è stata proprio una lettera intimidatoria lasciata poi in casa dell’uomo a incastrarlo e a portare le indagini direttamente da lui: aveva usato un nomignolo che usava in passato per rivolgersi all’ex in via confidenziale. Per il 39enne il gip di Monza ha disposto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

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