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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Carate Brianza

“La pandemia mi ha messo al tappeto: chiudo il sogno di una vita”

Lo sfogo di Luca Alfonso, gestore e cuoco del ristorante Doma Num di Carate Brianza

Mentre in queste ore si dibatte sul green pass per mangiare (al chiuso) in un ristorante, da qualche settimana c’è un ristoratore brianzolo che ha alzato bandiera bianca. Ancor prima che il governo introducesse il “passaporto” per poter cenare o pranzare all’interno dei locali.

Una storia emblematica quella di Luca Alfonso, 37 anni, cuoco e gestore del ristorante Doma Num di Carate Brianza. Un addio alla sua “creatura” e al suo sogno malgrado, fin dall’inizio della pandemia, Alfonso non si fosse mai arreso. Di fronte agli ostacoli e al lockdown il cuoco brianzolo (che da oltre vent’anni è dietro ai fornelli) aveva solleticato il suo ingegno.

Non solo nel menù, ma anche nel marketing: l’anno scorso quando ai ristoratori venivano richiesti divisori e plexiglas Luca aveva introdotto la formula del ristorante aperto solo per un tavolo. Poi nel pieno della seconda ondata aveva dato vita al menù da rigenerare a casa con menù pensati anche per le feste, e a varie proposte di delivery. Investendo tempo, energia e naturalmente denaro.

Ma all’inizio di luglio ha deciso di appendere (almeno per il momento) la padella al chiodo. Impossibile andare avanti a queste condizioni. Un addio (gli auguriamo sia solo un arrivederci) che Alfonso ha annunciato sui social. Sulla pagina Facebook del suo locale ha postato un video dove spiega il perché di questa scelta.

“Ho chiuso dopo che il Governo aveva dato il via libera alle aperture all’esterno - spiega -. Economicamente non potevo affrontare anche questa ennesima spesa . Per un anno e mezzo non mi sono mai arreso: sempre con il piede sull’acceleratore anche se gli incassi erano pochi. Ho resistito”.

Una scelta che il ristoratore non ha preso a cuor leggero. “ Tanta fatica accumulata, tanto stress -aggiunge -. Per poi vedere il sogno di una vita incenerirsi. Ho deciso di fermarmi, perché la mia creatività ed entusiasmo per adesso non ci sono più. Anche se non ho le spalle coperte e ad oggi non ho un piano B. Ma non ho più la voglia e la forza di mettermi ai fornelli e pensare ai piatti”.

Tanta tristezza e amarezza dietro a questa scelta. È profondo lo sconforto nelle parole di Luca: lo sfogo di un professionista che ha investito anima e corpo in un progetto che era appena decollato e che a causa della pandemia si è bruscamente arrestato. 

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