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La metropolitana a Monza

"M5 a Monza: il progetto è da rifare, ma si potrebbe anche rinunciare alla metro"

Tante le criticità presentate dal Gruppo per la Mobilità e dal Coordinamento dei comitati e delle associazioni ambientaliste

La M5 a Monza e il maxi deposito a Casignolo in uno spazio grande quanto 18 campi da calcio non piace agli ambientalisti (ma non solo). Così che il Gruppo per la Mobilità (formato da architetti, ingegneri e addetti ai lavori) e il Coordinamento dei comitati e delle associazioni ambientaliste ha redatto un progetto alternativo e lo ha inviato all’amministrazione comunale di Monza affinché lo presenti in fase di Conferenza dei servizi quando si metterà nero su bianco (definitivamente) il via libera all’opera.

L'alternativa alla M5

Leggendo il documento emerge che, a Monza, la metropolitana – se si segue il progetto di realizzarla per alleggerire il traffico automobilistico e quindi ridurre lo smog – potrebbe benissimo non arrivare. Per incentivare i monzesi a spostarsi, per lavoro e per svago, utilizzando altri mezzi si potrebbe optare per “un potenziamento e razionalizzazione delle linee ferroviarie esistenti e della realizzazione di altri sistemi a guida vincolata più consoni alle effettive esigenze di trasporto pubblico nel nostro territorio (la “metrotranvia” in sede propria)”, si legge nel documento. E proprio questo punto di studiare alternative potrebbe “far saltare” il progetto.

“Per inciso, la mancanza di una adeguata valutazione delle alternative potrebbe costituire elemento di illegittimità del procedimento approvativo - precisano gli ambientalisti -. In ogni caso, anche se da una adeguata e approfondita valutazione dovesse emergere la scelta della linea metropolitana, si porrebbe comunque la necessità di riesaminarne il tracciato e le opere accessorie, che hanno pesanti effetti sul quadro ambientale e territoriale e, in definitiva, sulla vivibilità dell’ambito urbano”.

No al deposito a Casignolo

Tra i punti fortemente critici c’è il maxi deposito di Casignolo che, se verrà realizzato, sia nella fase cantieristica sia al termine dei lavori avrà certamente un importante impatto sulla viabilità del quartiere. Un progetto che, peraltro, sottrarrà al rione (e più in generale alla città di Monza) 20 ettari di area verde. “Un’area agricola assolutamente strategica per il mantenimento di un minimale livello di biopotenzialità nel territorio – precisano gli addetti ai lavori che hanno redatto il documento - per di più in un ambito già caratterizzato da importanti fonti di inquinanti come le autostrade A4 e A52 e del vasto complesso di svincoli che le connette tra loro e con la viabilità a livello provinciale e locale”.

“È evidente che la necessità di realizzare il deposito deriva dalla sua mancata previsione in sede di progetto della linea M5, e che tale ‘dimenticanza’ si intende ora sanare compromettendo l’area agricola che Monza ha - faticosamente - tutelato a sud dell’abitato, in spregio della pianificazione territoriale e della tutela della biodiversità”, si legge ancora nel documento. Un tracciato che, tra le pecche, avrebbe quello di “comunicare” poco con gli scali ferroviari, eccezion fatta per la fermata in stazione (“peraltro progettualmente assai discutele”, precisano) e che non serve in modo appropriato i quartieri, eccezion fatta per il centro storico. Il gruppo di lavoro ricorda inoltre la necessità, non solo di pensare alle fermate, ma anche ai parcheggi attigui che avrebbero però ripercussioni sul consumo di suolo, traffico, rumore.

Come e perché spostare le fermate

Ma se proprio la M5 dovrà essere realizzata, il Gruppo Mobilità Brianza avanza una serie di proposte. In primis  spostare il deposito dalla grande area agricola di Casignolo ai vicini siti abbandonati della ex Philips e Diefenbach ridisegnando il comparto  compreso tra viale Campania, via Borgazzi, e a cavaliere di via Philips, unito ad un adeguato corredo a verde e a percorsi ciclopedonali all’intorno. “Si  tratterebbe di un intervento coraggioso, in grado di riqualificare il contesto, degno di una amministrazione attenta alla salvaguardia del territorio”, precisa il Gruppo per la Mobilità. Poi andrebbe spostata la fermata di viale Campania il più possibile verso San Fruttuoso: in questo modo si garantirebbe un servizio migliore ai quartieri di San Fruttuoso e Triante, in previsione – comunque – di una futura fermata del servizio ferroviario regionale a San Rocco.  E sempre per il deposito si potrebbe pensare, non troppo lontano da Monza, anche il sito delle ex acciaierie Falck, ipotizza il gruppo.

Un capolinea da rivedere 

Da rivedere anche il capolinea della M5 che dall’attuale progetto del polo istituzionale andrebbe arretrato al punto di incrocio della metropolitana lilla con viale Elvezia e la ferrovia Milano-Chiasso, così da creare un possibile punto di interscambio (nel futuro). Lì, infatti, da tempo si ipotizza  la realizzazione di una stazione, la Monza Ovest. “Tale soluzione non richiede modifiche o allungamenti di tracciato ma, al contrario, una sua riduzione di circa 350 metri, lasciando invariate le caratteristiche dei manufatti - precisano -. Sempre in ottica di sinergia con il servizio ferroviario regionale, occorre che sia verificato e adeguato il progetto della fermata Monza FS, in modo da rendere pienamente funzionale la connessione con la stazione ferroviaria, in ordine al più agevole passaggio / trasbordo dall’una all’altra modalità di trasporto”.

La Sopraintendenza darà il via libera alla fermata Parco?

Da rivedere anche la fermata al Parco che, secondo i progetti attuali, vedrebbe la necessità di arretrare la recinzione con, naturalmente, un previo via libera da parte del Consorzio e della Sopraintendenza.  “Per la minimizzazione dell’impatto in tale contesto si può suggerire di utilizzare per la stazione l’esistente edificio di ‘portineria’ alla Porta Monza, con gli ingressi sui due lati del viale Brianza, ma esterni alla recinzione del Parco, rendendo la stazione utilizzabile anche nelle ore di chiusura del Parco stesso - precisano -. Nello stesso tratto, poco più a sud, occorre approfondire le connessioni tra la M5 e la rete viabilistica, con riferimento segnatamente al prospettato interramento della via Boccaccio ai fini della ricostruzione della continuità tra i Boschetti Reali e i Giardini della Reggia. Si tratta quindi di collocare la linea della M5 a profondità tale da consentire l’incrocio con la via Boccaccio interrata”.

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