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La storia / Lissone

Pino ed Elisabetta, i due brianzoli che hanno lasciato la loro eredità per la formazione dei ragazzi

Una storia di amore e di generosità di una coppia che, non avendo figli, ha deciso di lasciare il proprio patrimonio in aiuto dei ragazzi di Monza e Brianza

Pino ed Elisabetta erano una coppia brianzola felice e affiatata, ma soprattutto una coppia generosa che ha sempre pensato al bene del prossimo. Anche al termine della loro vita. Tanto da voler destinare la loro ingente eredità a progetti per le future generazioni: per quei ragazzi che attraverso la formazione e l’educazione avrebbero potuto costruirsi un futuro (stando lontani dai pericoli della strada); ma anche per quei bambini che già nella loro giovane età hanno dovuto affrontare il dramma della malattia.

Nasce così la Fondazione Camerani e Pintaldi, nella memoria di quella coppia di Lissone che non aveva figli, ma che tanto amava e credeva nelle nuove generazioni. Una Fondazione che proprio nei giorni scorsi ha realizzato un importante progetto: il rilancio dell’Azienda speciale di Formazione Scuola Paolo Borsa di Monza dove studiano 300 studenti per diventare operatori della ristorazione, dell’agricoltura e informatici. Una storia di generosità, di fiducia nei giovani nella certezza che attraverso un’adeguata istruzione e formazione possono crearsi le basi per un futuro di lavoro e di successo.

Proprio come era accaduto a Pino che negli anni ’60 aveva creato a Lissone l’azienda di mobili Cinova. Un’azienda che nel corso degli anni cresce non solo nel mercato italiano, ma anche in quello internazionale tanto che due poltrone prodotte nella bottega di Lissone sono tutt’ora esposte al MoMa. Una coppia forte e unita soprattutto dall’amore per il prossimo e dalla volontà di dare una mano alle future generazioni, Tanto che dall’unione delle loro volontà è scaturito lo statuto della Fondazione, scritto di loro pugno e lasciato in un testamento segreto. Una volontà unica: destinare il loro grande patrimonio per sostenere e finanziare la formazione lavorativa dei giovani, e per la prevenzione e la cura dei bambini gravemente malati. Progetti da realizzare esclusivamente in quel territorio di Monza e Brianza dove Pino ed Elisabetta avevano vissuto.

La Fondazione nel 2019 viene iscritta nel registro delle persone giuridiche private dove ottiene il riconoscimento legale e da subito diventa operativa. A guidarla Gisella Vegetti, instancabile dipendente dell’ospedale San Gerardo che anche durante il periodo della pandemia – pur essendo già pensione – ha deciso di scendere in campo per mettere a disposizione della comunità la sua grande esperienza in ambito sanitario. Come vice della Fondazione Eugenio Mascheroni, caro amico di Pino ed Elisabetta e da loro nominato anche esecutore testamentario. Ed è proprio Gisella Vegetti che lancia un appello: "Aiutateci ad esaudire il sogno di Pino ed Elisabetta - ha dichiarato -. Siamo alla ricerca di progetti da finanziare. Sembrerà strano: i soldi non mancano, ma invece a scarseggiare sono proprio i progetti da finanziare. Progetti concreti che a Monza e Brianza possano davvero offrire una importante opportunità formativa e di lavoro ai ragazzi. Ma anche progetti sanitari, rivolti ai bambini che stanno combattendo per la vita. Noi ci siamo",. 

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