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Lele, il 30enne single che accoglie una mamma ucraina con 2 bimbi

"Non so cucinare, ma sono pronto ad accogliere" ha detto il giovane quando gli hanno chiesto aiuto

Lele ha appena comprato casa. Un primo importante traguardo nella vita del giovane lissonese che ancora in fase di "rodaggio" nella sua nuova condizione di single ha deciso di aprire le porte della sua casa a una mamma che è fuggita dalla guerra in Ucraina insieme ai suoi due bimbi. Lele, 30enne, non appena da Monza è partita la richiesta di aiuto si è messo a disposizione. Spiegando fin da subito che lui lo spazio lo aveva, ma le "capacità" ai fornelli e nella gestione di una famiglia assolutamente no. E sabato la sua nuova casa si è animata, con i bimbi a portare allegria e colore.

Questa una delle ultime storie di accoglienza arrivate arrivate dalla Brianza. Sabato sera, dopo quasi 24 ore di viaggio, con neve e incidenti in autostrada è giunto all'oratorio San Gerardo di Monza il pullman con 29 profughi provenienti da Leopoli. Il viaggio organizzato dall'avvocato monzese Agostino D'Antuoni questa volta ha portato in città solo mamme con bambini, nessuno malato. Solo per una ragazza di 21 anni in stato di gravidanza è stato necessario un breve ricovero al San Gerardo per monitorare le condizioni del bimbo dopo quel lunghissimo viaggio in pullman. Ma già la domenica mattina è stata dimessa.

"Anche questa volta è stato uno 'tsunami' di emozioni e di pianti - spiega D'Antuoni -. Pianti liberatori di donne e bambini che si sono lasciati alle spalle la guerra e che adesso sono stati accolti con amore da perfetti sconosciuti. Esemplare è proprio la storia di Lele. Un ragazzo che poco ha comprato casa e ha iniziato l'avventura della vita da single. Non si è fatto problemi e ha deciso di aprire la porta del suo appartamento a chi ha bisogno. Ma è lui stesso che ha chiesto aiuto perchè non sapeva da che parte girarsi per dare al meglio il benvenuto". Così che sabato sera a casa di Lele sono andate anche due volontarie ucraine del team dell'avvocato D'Antuoni per organizzare per preparare i letti, la cena, il necessario per la mamma e i piccoli. 

"Quello di Lele è stato davvero un gesto generoso e che ha molto da insegnare a tutti noi - aggiunge -. Basta lo spirito di accoglienza e aprire le porte di casa e del cuore. In queste settimane le famiglie italiane che ospitano i profughi stanno vivendo momenti molto intensi. Hanno imparato a conoscersi, a pranzare e a cenare insieme, a  parlare, anche se non si parla la stessa lingua". 

Intanto settimana prossima arriverà a Monza un nuovo pullman con altri bimbi e mamme che scappano dalla guerra. Mentre nelle scorse ore è ripartito per l'Ucraina il pullman che sabato aveva portato i profughi: senza persone ma pieno di aiuti (cibo, vestiti e medicine)- 

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