rotate-mobile
Rapine e droga

Spinge 17enne a fare rapine per un debito di droga da 12mila euro: si faceva chiamare "dio"

Il ragazzino, con la pistola in pugno, in tre giorni aveva rapinato due negozi e un tabaccaio a Monza. Arrestato spacciatore

Si faceva chiamare "dio" e dal suo appartamento brianzolo, a Lissone, secondo quanto ricostruito nell'ambito dell'indagine dai carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Monza, spacciava droga attraverso Whatsapp e Telegram. E a ritirare la sostanza stupefacente dall'uomo era andato anche un 17enne. Più volte. Piccole dosi che poi sono diventate cessioni più importanti fino ad arrivare a consegne da due chili e mezzo di marijuana e hashish che il minorenne, un ragazzino monzese, poi avrebbe rivenduto in autonomia o in parte per "dio".

Ma quella droga nel tempo gli avrebbe fatto accumulare un debito di 12mila euro con l'uomo che poi, per rientrare in parte del denaro, avrebbe indotto il ragazzino a commettere delle rapine. E così il 17enne, in pochi giorni, con una pistola in pugno, aveva rapinato due supermercati di Monza e un tabaccaio. Le indagini dei carabinieri del capoluogo brianzolo erano iniziate proprio in seguito ai tre colpi, tutti messi a segno con sangue freddo e meticolosità. 

I tre colpi del baby rapinatore

Pistola in pugno, volto coperto e cappuccio in testa. Passo sicuro e voce ferma: "Dammi i soldi". Poche parole e colpi veloci così come repentina era la fuga con i soldi al seguito, tra le strade della città, a piedi, cercando di evitare le telecamere di sicurezza posizionate lungo il cammino. Sono almeno tre le rapine commesse dal baby rapinatore di 17 anni fermato a gennaio a Monza dai carabinieri e poi raggiunto da una ordinanza di applicazione di misura cautelare del collocamento in comunità emessa dall'Ufficio Gip del Tribunale dei Minorenni. Una famiglia "normale" alle spalle, nessun precedente penale e una vita che apparentemente scorreva tranquilla, come quella di un qualsiasi adolescente tra scuola e amici. E poi quel filo sottile che attraverso la droga lo legava al pusher di Lissone. E, secondo l'accusa, sarebbe stato proprio l'uomo a spingere il minorenne a commettere le rapine. 

Rapine veloci, commesse all'orario di chiusura, nel tardo pomeriggio, quando le casse degli esercizi erano presumibilmente piene. Per la droga ceduta e non pagata il minore sarebbe anche stato incaricato di effettuare delle consegne di droga per conto dell'uomo. Oltre alla confessione del ragazzino, per ricostruire la vicenda, è stato fondamentale per le indagini l’analisi della copia forense del telefono in uso al minorenne che ha permesso di estrarre le chat fra l’indagato e il giovane rapinatore.

Secondo quanto reso noto sarebbe esistito un "fitto rapporto fra i due, caratterizzato da frequenti incontri finalizzati alla consegna di importanti quantitativi di droga, da qualche etto fino a oltre i due chili, che il diciasettenne rivendeva sia per conto proprio che per conto dell’indagato stesso, che talvolta lo impiegava come corriere per poi decurtargli parte del debito pregresso".

L'arresto

L'uomo era già stato arrestato lo scorso anno dopo essere stato sorpreso dai carabinieri con 300 grammi di hashish e marijuana, materiale per il confezionamento e 6mila euro. Un quantitativo notevole di denaro che già all'epoca, secondo il gip che aveva firmato l'ordinanza, evidenziava "la dimensione dell’attività di spaccio svolta dall’indagato, altresì sintomatico del fatto che lo stesso, privo di apparente stabile occupazione lavorativa, trae dall’attività delittuosa i (sostanziosi) proventi per il proprio sostentamento”.

L'uomo, accusato di spaccio di sostanza stupefacente con l’aggravante di aver consegnato droga a un minorenne è stato accompagnato in carcere su disposizione di una ordinanza di custodia cautelare.  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Spinge 17enne a fare rapine per un debito di droga da 12mila euro: si faceva chiamare "dio"

MonzaToday è in caricamento