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Cronaca

Le sfere rosse "stupefacenti" di Monza e il maxi sequestro da un milione di euro nel box

Dopo i 62 chili rinvenuti in Brianza maxi sequestro di droga a Milano. L'hashish (di nuovo) confezionato in sfere rosse

La sua firma, il suo segno distintivo, era quello. Una sfera rossa modellata e creata con del nastro isolante e mai apparsa prima sul mercato milanese. Una sfera rossa molto simile a quella dei videogame, ma dal contenuto decisamente stupefacente. 

Un uomo di 59 anni - Giovanni R., calabrese di Sambiase con alle spalle decine di precedenti - è stato arrestato dalla squadra mobile della Questura di Milano, diretta da Marco Calì, con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti dopo essere stato trovato in possesso di quasi mezza tonnellata di hashish. A incastrare il 59enne, che ha collezionato i primi guai con la giustizia nel 1983, sono stati i poliziotti della sezione antidroga, coordinati da Domenico Balsamo, e della VI sezione, guidati da Massimiliano Mazzali. 

La droga in sfere rosse sequestrata a Monza

Il lavoro degli investigatori è iniziato lo scorso 16 giugno, quando due uomini e una donna erano finiti in manette e gli agenti avevano messo le mani su 62 chili di droga "trasformati" proprio in sfere rosse con il marchio "Xbox". Dall'analisi dei cellulari, i poliziotti hanno trovato una traccia che li ha portati in via Natta a Milano e dopo aver osservato per qualche giorno la zona nel mirino è finito proprio il 59enne, intercettato spesso in quella strada. 

Nel pomeriggio di giovedì, la svolta. Gli uomini della Mobile, ancora appostati fuori dal condominio sospetto, hanno visto arrivare nuovamente il pusher a bordo della sua Panda e infilarsi nella rampa che porta ai box. I poliziotti lo hanno notato risalire dopo pochi secondi in auto, con in mano una sfera rossa, e lo hanno seguito per qualche chilometro per poi fermarlo all'altezza di Cormano sulla tangenziale. 

Bloccato il 59enne, gli agenti sono tornati insieme a lui nel box di via Natta e lì hanno scoperto un vero e proprio tesoro. Dal garage sono infatti saltati fuori 470 chili di hashish, in parte in panetti e in parte in "palle" rosse da 200 grammi ciascuna con sopra incisi i simboli di "Dior" e "Armani", evidentemente nomi in codice usati per identificare le varie partite di droga. L'ipotesi - scontata, ma ancora da dimostrare - è che l'uomo fosse proprio il fornitore dei tre pusher arrestati a metà giugno e, con ogni probabilità, non solo. L'hashish sequestrato nel box di via Natta, una volta sul mercato, avrebbe fruttato più di un milione di euro. Mentre il 59enne, su richiesta del pm Francesco Cajani, è finito nel carcere di San Vittore. 

L'ultima volta che era finito in manette, nel 2016, i carabinieri lo avevano trovato con 170 chili di hashish. Questa volta aveva più che raddoppiato il carico. È verosimile, secondo quanto ricostruito dagli agenti, che fosse lui stesso a confezionare le sfere rosse per "marchiare" la propria droga. 

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