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Cronaca

La mail fake della banca per una fideiussione da 35mila euro: indagini a Monza

La guardia di finanza ha sequestrato un sito internet e un indirizzo di posta elettronica certificata, riconducibili apparentemente a un noto gruppo bancario italiano. Indaga la procura di Monza. Quattro denunce

Quattro persone indagate per le ipotesi di reato di truffa e abusiva attività finanziaria, prevista dal Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia. E un sito internet e un indirizzo di posta certificata riconducibili apparentemente a un noto gruppo bancario italiano sequestrati dalla guardia di finanza. A indagare su un caso di false fideiussioni bancarie adesso è la procura di Monza. Il decreto di sequestro riguarda la corrispondente società che offre servizi di data center e web hosting.

Le indagini

Tutto è iniziato quando i finanzieri del comando provinciale di Forlì, durante alcuni accertamenti svolti nel settore della tutela del risparmio, hanno scoperto che il rappresentante legale di una società cesenate operante nel settore ortofrutticolo aveva rilasciato - a favore di un’altra impresa della stessa città operante nel medesimo settore, a garanzia del pagamento dei canoni di locazione di un capannone - una fideiussione bancaria di 35 mila euro, con il "logo e indicazioni in tutto e per tutto riconducibili a quelli di un rinomato istituto di credito nazionale", specificano dalla guardia di finanza.

Ma al momento della riscossione però quest’ultima società aveva scoperto, sorprendentemente, che la garanzia era in realtà falsa e che la banca emittente, che ne aveva pertanto disconosciuto l’autenticità, aveva già presentato numerose altre denunce per fatti analoghi.

E i finanzieri hanno scoperto che la fideiussione cartacea - creata ad hoc per indurre in inganno gli ignari utilizzatori - conteneva un codice QR, applicato sia sul fronte che sul retro del modello, che, una volta attivato mediante comuni smartphone, rimandava al (falso) sito internet dell’istituto di credito e all’indirizzo di posta elettronica certificata ad esso associata, appositamente realizzati per indurre in errore gli inconsapevoli fruitori che, invece, credevano di relazionarsi effettivamente con la banca.

4 denunce

Le indagini, ancora in corso, coordinate dalla procura di Monza, hanno portato a quattro denunce per le ipotesi di reato di truffa e abusiva attività finanziaria, prevista dal Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia. "La Procura della Repubblica di Monza ha richiesto e ottenuto il sequestro al fine di scongiurare il pericolo che la libera disponibilità, da parte degli indagati, del dominio e della casella di posta elettronica in questione, potesse consentire o agevolare la commissione di ulteriori reati di truffa" specificano dalla guardia di finanza. 

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