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Domenica, 28 Aprile 2024
lutto / Nova Milanese

Si è spento Giuseppe Spadaro, l'infermiere malato di Sla che aveva commosso la rete

L'infermiere brianzolo per anni aveva assistito i malati di Sla all'Auxologico San Luca di Milano

Alla fine dell'anno aveva annunciato che la malattia stava galoppando velocemente, ma lui - che ormai non sentiva più le gambe - sperava di potersi regalare  qualche ora di relax nel giardino del suo condominio. Ma alle 23 di giovedì 18 gennaio Giuseppe Spadaro si è spento nella sua casa. 

Ha lottato fino alla fine

Grande commozione per la morte di Giuseppe, per gli amici Beppis, l'infermiere di 52 anni di Nova Milanese malato di Sla. Giuseppe lavorava all'Auxologico San Luca di Milano dove, ironia della sorte, per molti anni ha assistito i malati di Sla. Quando nel marzo del 2021 ha avuto i primi sintomi e poi la diagnosi, Giuseppe sapeva che sarebbe stata una battaglia molto dura quello che lo avrebbe visto lottare contro la sclerosi laterale amiotrofica. Ma non si è mai arreso. Circondato dall'amore dell'adorata moglie Livia (anche lei infermiera all'Auxologico San Luca) e dei quattro figli (Marco, Simone, Matteo e Maria) Giuseppe in questi anni ha reagito con estremo coraggio alla malattia. Nel frattempo, non senza fatica e con la Sla che galoppava velocemente, si è anche laureato in Giurisprudenza. 

Un uomo di grande fede 

Nell'intervista che Giuseppe a novembre aveva rilasciato a MonzaToday, era emerso il ritratto di un uomo dalla fede molto profonda. Una spiritualità che coltivava fin da bambino, tanto che per un breve periodo della sua gioventù è andato anche in seminario. Una fede che lo ha accompagnato anche durante il percorso della malattia e che condivideva con gli amici reali e virtuali attraverso i social. Ogni giorno sulla sua pagina Facebook condivideva pensieri personali e passi della Bibbia e del Vangelo, portando conforto anche ai suoi follower. 

Prigioniero del corpo 

“Sono stato travolto da uno tsunami - ci aveva raccontato -. Sapevo che non c’era una cura e che la prognosi è sempre infausta e rapida e porta al decesso nel giro di qualche anno. Sapevo che con questa malattia diventi prigioniero del tuo corpo, non puoi muoverti, mangiare autonomamente, non puoi più parlare o respirare, se non tramite ausili esterni e invasivi. Tutte le piccole autonomie quotidiane che ad una persona sana possono sembrare ovvie e neanche nota di poterle eseguire, all’improvviso o con una crudele rapidità  ti vengono sottratte: lavarsi i denti, andare in bagno, fare un gradino, bere”. Ma Giuseppe non si è mai arreso e fin quando ha potuto ogni giorno dispensava perle di fiducia e di fede. L'ultima foto settimana scorsa, con la sua amata Maria. Poi l'annuncio che, purtroppo, le forze stavano venendo meno. Questa mattina la tragica notizia. Tantissimi i messaggi di cordoglio e di affetto che si sono susseguiti sulla pagina social. Nel frattempo continua la raccolta fondi avviata dai suoi colleghi e ancora aperta. I funerali di Giuseppe verranno celebrati domani, sabato 20 gennaio, alle  alle 14:45 a Milano nella chiesa parrocchiale di Sant’Ilario Vescovo in via Cechov 25. 

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