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Cronaca

Sesto San Giovanni, uccide l'amico d'infanzia: "Aveva fatto sesso con mia moglie"

Il cadavere dell'uomo, un 43enne senza fissa dimora, era stato trovato il tre novembre scorso. Arrestati in tre: hanno confessato l'omicidio e il movente

Lui, la vittima, doveva pagare quella relazione clandestina con la moglie dell'uomo che lo aveva aiutato. Loro, i suoi aguzzini e assassini, dovevano vendicare - col sangue - quell'onta subita da uno di loro. E' una storia di sesso, rivalsa e morte quella che ha portato all'omicidio di Dumitru Ioan Zoltan, il quarantatreenne romeno senza fissa dimora trovato morto in via Milano a Sesto San Giovanni all'alba dello scorso tre novembre. 

Giovedì mattina i carabinieri hanno arrestato tre persone: Ioan Fodor, quarantenne di nazionalità romena, Kovacs Iosif, un trentacinquenne conosciuto come "Pino", e Litan Nian di ventisei anni. Lo scorso due novembre sera, i tre - secondo quanto ricostruito dagli inquirenti - decidono che è arrivata l'ora di farla pagare alla vittima, da due mesi in Italia. Dumitru, nelle convinzioni del suo amico d'infanzia Ioan, è colpevole di aver avuto un rapporto sessuale con sua moglie, proprio mentre lui gli garantiva ospitalità in un momento di difficoltà.  

Il passaggio dalle parole ai fatti è pressoché immediato. Fodor, Pino e Litan si scagliano contro Dumitru con calci e pugni. L'uomo resta a terra. E' ridotto malissimo, tanto che - secondo la ricostruzione degli investigatori dei carabinieri - non riuscirà più a sollevarsi fino a quando, ben ventiquattro ore dopo il pestaggio, uno dei tre non lo strangola, uccidendolo. L'omicidio è efferato e senza pietà, nonostante già da qualche tempo i quattro vivessero insieme all'interno della vecchia fornace

A quel punto i tre, per evitare di lasciare il cadavere nel loro dormitorio, trascinano il corpo del quarantatreenne fino ad un'area verde adiacente. Sarà lì che alle 3.30 del tre novembre un passante troverà la salma con accanto una bottiglia di liquore. Per i carabinieri della Compagnia di Sesto, guidati dal capitano Salvatore Pignatelli, non c'è dubbio: è un omicidio.

Fin da subito è evidente che l'uomo non è stato ucciso nel parco ma nella vicina fornace: il cadavere sporco di terriccio di mattone rosso è un segno evidente. I militari iniziano l'indagine e, grazie ad una donna senza fissa dimora, scoprono che è "Pino" a gestire i "posti letto" - in realtà dei materassi gettati a terra - all'interno della vecchia fornace abbandonata. 

Nei giorni successivi all'omicidio, però, la struttura resta perennemente inabitata. I carabinieri s'infiltrano negli ambienti delle mense e dei clochard di Milano. Trovano Pino e scoprono gli altri due ospiti di quelle sere turbolente. Tutti raccontano la loro versione del pestaggio, confessano l'omicidio e il movente, senza però specificare - quasi a voler difendere una sorta di sodalizio - quale dei tre ha dato il colpo di grazia alla vittima. 

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