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Lunedì, 29 Aprile 2024
Guardia di finanza

Maxi sequestro di sigarette elettroniche "pericolose" in Brianza (multe anche a chi le ha comprate)

L'indagine della finanza: denunciati tre uomini. Le sigarette erano piene di metalli pesanti

Di contrabbando. E pericolose, pericolosissime. La guardia di finanza di Varese ha sequestrato in un capannone in Brianza 140mila sigarette elettroniche "puff", di quelle usa e getta che non si ricaricano. Il lavoro dei finanzieri, è ricostruito in una nota, è iniziato dall'individuazione di un "venditore e-commerce di sigarette elettroniche altamente nocive per salute". Così come rifersice MilanoToday. Dopo il sequestro di un pacco di e-cig di provenienza cinesi acquistabili su un noto portale online, le fiamme gialle sono riuscite a ricostruire la filiera arrivando fino al magazzino nella provincia di Monza e Brianza, trovato nonostante fosse stato "abilmente mascherato dall’indicazione di un diverso recapito".

Lì i militari hanno messo le mani sulle 140mila sigarette, che sul mercato hanno un valore di un milione e mezzo di euro. Entrati in possesso della merce, i finanzieri hanno fatto analizzare il liquido e - si legge nel comunicato - "all’esito delle analisi di laboratorio, sono emerse numerose criticità legate agli effetti sulla salute umana. In particolare, è stata evidenziata la quantità di liquido da fumo ben al disopra dei 2 ml previsti dalla normativa vigente. Infatti, tutti i campioni sono risultati oltre il limite consentito e, in uno dei campioni, pari a 11,5 ml. Anche per quanto riguarda la quantità di nicotina individuata all’interno, pari a massimo 20 mg/ml tollerati dalla legge, è stata individuata una concentrazione di gran lunga superiore in numerosi campioni, in un caso pari a oltre 90 mg/ml". E ancora: "Sono stati altresì individuati, all’interno del liquido da inalazione, metalli pesanti come piombo, cadmio, arsenico, zinco e nichel, in quantità anche molto elevate".

Per il contrabbando di sigarette - con un'evasione di circa mezzo milione di euro in dazi doganali e Iva - sono stati indagati tre imprenditori cinesi tra Sesto San Giovanni e Milano, tutti accusati di contrabbando aggravato dalla transnazionalità e di immissione in consumo di prodotti pericolosi. Nel corso delle indagini, sottolineano i finanzieri, è stato acquisito l’elenco dettagliato di tutti gli acquirenti, circa 1.500 di cui numerosi giovanissimi, "le cui posizioni saranno vagliate dai". Anche i clienti, infatti, rischiano una multa che va da 5mila a 50mila euro.

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