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Domenica, 28 Aprile 2024
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Che cosa succederà adesso che il consiglio comunale ha detto no al centro profughi a Monza

Le posizioni di alcuni consiglieri e dei partiti che hanno firmato la mozione per chiedere rispetto, dignità e sicurezza per i migranti e per i residenti

L’ultima parola spetta alla prefettura di Monza. Il bando per l’accoglienza a Monza di richiedenti asilo è ancora in fase di assegnazione; ma durante il consiglio comunale di lunedì 11 dicembre è stata firmata e approvata una mozione con la quale maggioranza e opposizione, all’unanimità, hanno chiesto alla prefettura di promuovere a Monza un’accoglienza diffusa e non massiva che potrebbe invece succedere se il centro di accoglienza verrà aperto nella ex sede della Cgil in via Monte Oliveto. Una struttura a pochi passi dal centro dove potrebbero essere accolti fino a 100 richiedenti asilo. 

Un documento firmato da tutti i capigruppo, ma che lascia comunque aperte ancora molte riserve e perplessità e i toni entusiastici di lunedì sera, hanno però fin da subito lasciato spazio anche a perplessità e riflessioni. Perché – se è vero sì che tutti sono concordi nell’idea di non creare una sorta di ‘ghetto’ controproducente sia per i richiedenti asilo sia per i residenti – dall’altra c’è ancora un importante percorso da intraprendere non solo per promuovere l’accoglienza, ma anche una vera integrazione. 

Piffer: "Troppo presto per festeggiare"

“Non è successo nulla di straordinario – ha commentato Paolo Piffer (Civicamente) - abbiamo semplicemente agito secondo buon senso firmando all’unanimità un documento che chiede di tutelare la città e la dignità di chi verrà eventualmente ospitato. Civicamente ha coofirmato decine di volte proposte di altri partiti politici. Ci siamo abituati talmente al peggio della politica che un piccolo gesto che come una mozione condivisa viene oggi trattata come evento cittadino. Io sono molto più pragmatico. Questo documento non deve in alcun modo esonerare da eventuali responsabilità future il sindaco, la giunta e il consiglio. Io, a differenza dei miei colleghi consiglieri,  prima di festeggiare aspetto di vedere cosa succederà nelle prossime settimane, quali risultati arriveranno come conseguenza dell’approvazione del documento. Fino a quel giorno continueremo a controllare, perché questo è il nostro compito”. 

Lega. "Ora la palla è nelle mani di Pilotto"

“La sezione di Monza della Lega rimarca che questo non deve essere archiviato come un risultato positivo acquisito, ma debba essere invece un punto di partenza – si legge nella nota stampa diffusa dal Carroccio -.  Non c’è infatti motivo di pensare che ‘il pericolo sia scampato’ e dare quindi per scontato che quanto auspicato dai residenti del quartiere di Triante sia stato acquisito. Adesso infatti la palla è nelle mani del sindaco Pilotto, incredibilente assente durante la discussione della mozione, quando tutte le parti politiche si sono assunte unanimemente le proprie responsabilità. Spetta ora infatti al sindaco presentarsi dal prefetto con il documento dal fortissimo significato politico, in virtù dalla condivisione unanime, ed ottenere quella conferma che la città attende. La Lega di Monza non intende quindi accodarsi ad ottimistiche esultanze, ma promette ai cittadini di monitorare costantemente la situazione, anche con il supporto dei propri rappresentanti in parlamento.  Ricordiamo alla amministrazione in carica come la struttura di via Monte Oliveto sia palesemente inadeguata, in primis dal punto di vista dimensionale, ad accogliere un centinaio di persone garantendone i servizi indispensabili ovvero rispettando le norme relative all’ igiene, alla somministrazione, alla convivenza.  Una struttura sottodimensionata diventerebbe infatti un mero dormitorio, ovvero un ghetto, senza offrire spazi dedicati alla ricreazione, allo studio ed alla formazione ovvero quel percorso indispensabile per garantire agli occupanti un inserimento sul territorio all’ insegna della legalità. Il ricordo di via Asiago deve essere di insegnamento”.

LabMonza: "I migranti non sono numeri"

“Crediamo che l’accoglienza non sia fatta di grandi centri in cui i migranti diventano numeri ma di interventi diffusi che permettono l’integrazione e la partecipazione attiva alla società delle persone che vivono l’inferno per giungere nel nostro Paese – commenta  Francesco Racioppi di LabMonza -. L’accoglienza deve essere inclusiva e diffusa. Se si stipano decine di persone in spazi angusti, senza servizi essenziali quali i corsi di italiano, il sostegno psicologico e il supporto legale l’integrazione è impossibile. Le leggi vigenti scaricano i migranti nelle città come fossero pacchi e non forniscono agli enti locali nemmeno gli strumenti minimi per la corretta gestione dei flussi migratori sul territorio italiano. Ci auguriamo che il centro di accoglienza di via Monte Oliveto possa non vedere mai la luce a queste condizioni e che venga sostituito da progetti di accoglienza diffusa.” E sempre da LabMonza arriva la “punzecchiatura” ai colleghi di minoranza. “Sono molto sorpreso – aggiunge il capogruppo di LabMonza Lorenzo Spedo -  di vedere un centrodestra che si schiera compattamente contro le direttive dei suoi partiti nazionali, che hanno imposto la ghettizzazione degli arrivi ai comuni come mai prima d’ora. Il fatto che lo stabile di via Monte Oliveto possa accogliere 100 persone non è una casualità ma l’applicazione dei Decreti Salvini che stabiliscono la metratura pro capite nei centri di accoglienza. Se i centri di accoglienza diventano sempre più grandi e offrono sempre meno servizi fondamentali è colpa del “Decreto Cutro” che taglia i servizi e favorisce economicamente la creazione di grandi centri a discapito dell’accoglienza diffusa. Spero che questo slancio di indipendenza venga captato a livello nazionale per innescare un cambiamento significativo".

Longo: "Non serve lo scontro"

"Intanto il primo passo è stato fatto. Ed è stata una scelta di buon senso - ha commentato Massimiliano Longo, capogruppo di Forza Italia -. Io fin da subito, durante il consiglio comunale in cui era scoppiata la polemica per il possibile arrivo di un centro di accoglienza profughi in città, avevo invitato i miei colleghi seduti in aula a intraprendere invece una battaglia comune. Inutile lo scontro. Non sono una persone che ama le tifoserie e sono soddisfatto che si sia fatto fronte comune in merito a una vicenda che riguarda tutta la città". 

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