Pgt: una variante in extremis che accontenta tutti?
Nella seduta di ieri l'aula ha adottato una nuova versione della variante al documento urbanistico. Iter che ricomincia, quindi, ma le ricadute ci saranno. A livello provinciale e su Cascinazza
La maggioranza di centrodestra nella seduta di ieri ha approvato la proposta di nuova adozione della Variante al PGT. Decaduta la cosiddetta "Variante Romani" si passa quindi alla "Variante Clerici" dal nome dell'assessore alla partita. L'iter ricomincia da capo: all'adozione seguiranno la pubblicazione, la presentazione delle osservazioni e delle relative controdeduzioni e infine un voto del consiglio per l'approvazione finale. Un tentativo in extremis di salvare il salvabile nonostante la parola fine possa a questo punto essere scritta solo dall'Amministrazione entrante. Resta quindi in vigore il piano Viganò del 2007, e scattano le misure di salvaguardia, che in caso di decisioni urbanistiche impongono di guardare alla versione più restrittiva.
La votazione di ieri ha avuto luogo senza la partecipazione dell'opposizione. La delibera è quindi stata accolta senza i problemi numerici che da giorni attanagliano la maggioranza. Perchè l'opposizione non ha votato? Pretattica, spiega il caporgruppo del Pd e candidato del centrosinistra Roberto Scanagatti. Ma i maligni parlano di un "inciucio".
"I numeri ci davano in parità, e se avessimo votato, la delibera in base al regolamento non sarebbe passata neanche questa volta" afferma Scanagatti. "L'intenzione - continua il vincitore delle primarie - è quella però di inchiodare la Lega alle sue responsabilità: in questo modo non potranno dire che la loro partecipazione allo scempio era frutto di un'alleanza, ma dovranno giustificare ai cittadini il loro operato. A maggio saranno poi i monzesi a scegliere anche sulla base di queste valutazioni". In mattinata i capigruppo dell'opposizione hanno presentato un nuovo esposto al Prefetto. Nelle carte si rileva come neanche questa volta sia stato sentito il parere della Commissione Urbanistica nè delle circoscrizioni.
Tutto finito allora? Non proprio. La variante al Pgt adottata ieri avrà un'importante ricaduta: se da una parte "aiuta" il centrosinistra nella corsa elettorale, dall'altra potrebbe fornire infatti la "stampella" che mancava al PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) varato dalla Giunta Pdl-Lega. Una partita che può avere ancora qualcosa da dire. Vediamo perchè.
Il nodo sta nelle differenti previsioni tra il piano urbanistico monzese attualmente vigente e quello provinciale su alcune aree al centro di grandi interessi immobiliari. Ad esempio, Cascinazza. Ma non solo. Il PTCP dell'ex vicepresidente della Provincia Antonino Brambilla è stato steso con il Pgt Viganò ancora vigente (lo è tuttora, visto che domenica l'Aula non ha dato il via libera al nuovo strumento urbanistico a firma congiunta di Marco Mariani e Paolo Romani). Nonostante questo recepiva, in anticipo sull'approvazione da parte dell'assemblea cittadina, alcune indicazioni contenute nelle varianti successive, tra cui una destinazione agricola solo minima (residuale) per i terreni di Cascinazza.
Difficile aspettarsi sorprese in Consiglio Comunale nei mesi scorsi, quando la maggioranza sembrava solida. Nei fatti le cose sono poi andate diversamente con la debacle di domenica e il conseguente decadimento della "Variante Romani". A questo punto il Piano Provinciale si trovava nella paradossale situazione di basarsi su un Pgt che per molti aspetti lo contraddiceva. Ecco il significato dell'appovazione di ieri, che potrebbe fornire la "stampella" - necessaria al documento provinciale - che era venuta a mancare il 18 marzo. E che a modo suo accontenta tutti, in attesa di incrociare le lance in campagna elettorale.