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Ilaria Salis: la seconda udienza del processo è stata anticipata a marzo

Intanto la famiglia, attraverso l'avvocato, tenta la strada della richiesta degli arresti domiciliari in Ungheria

Ilaria Salis: la seconda udienza del processo anticipata di quasi 60 giorni, non più il 24 maggio, ma il 28 marzo. Lo annuncia Ansa. Una buona notizia per la famiglia dell’insegnante 39enne di Monza da oltre un anno detenuta nel carcere di Budapest perché accusata di aver partecipato l’11 febbraio 2023 all’aggressione di due neonazisti, durante la Festa dell’Onore. L’insegnante brianzola, militante antifascista, ha fin da subito rinnegato le accuse e ribadito la sua innocenza.

La vicenda di Ilaria Salis era salita alla ribalta delle cronache nazionali. Ilaria, ex studentessa del liceo classico Zucchi e fra militanti (agli albori) del centro sociale Foa Boccaccio, attraverso il suo legale aveva raccontato le condizioni disumane della sua reclusione. Poi il 29 gennaio l’immagine della donna entrata nell’aula del tribunale con le mani e i piedi incatenati e tenuta con un guinzaglio hanno fatto il giro del mondo, scatenando l’indignazione.

Il papà Roberto fin da subito si è mobilitato per portare in Italia la figlia. Muovendo sia la politica locale (un incontro con il sindaco ed ex insegnante di Ilaria, Paolo Pilotto e con il consigliere comunale Paolo Piffer) e poi con quella nazionale. Sempre come riferisce Ansa la famiglia, attraverso il suo avvocato, sta tentando di far ottenere alla donna gli arresti domiciliari in Ungheria. Passaggio obbligato per poi richiedere i domiciliari in Italia in attesa del processo e della sentenza.

Gli ultimi sono stati giorni molto difficili per la famiglia Salis. A Budapest è apparso un murales con Ilaria impiccata. Una minaccia di morte nei confronti dell’insegnante brianzola che ha gettato nello sconforto e nella preoccupazione la famiglia. Monza lunedì 5 febbraio era scesa in piazza con una grande fiaccolata senza i loghi dei partiti. Oltre 350 i partecipanti (secondo le stime degli organizzatori) e in piazza la richiesta del trasferimento della donna in Italia, agli arresti domiciliari, e la possibilità di poter partecipare alle udienze in videoconferenza. All’inizio della settimana il padre Roberto aveva avuto incontri anche coi ministri Antonio Tajani (Esteri) e Carlo Nordio (Giustizia) per chiedere un intervento immediato e concreto delle istituzioni. Ma, come lo stesso Salis aveva dichiarato, gli incontri non avevano avuto l’esito sperato. Ma adesso, forse, si sta aprendo una nuova possibilità e una nuova speranza per Ilaria e la sua famiglia 

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