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L'indagine / Seregno

Per il sindaco di Seregno Alberto Rossi è stato chiesto il rinvio a giudizio

L'accusa è turbata libertà del procedimento di scelta del contraente nell'ambito dell'inchiesta sulla procedura di fusione di Aeb e A2A

Per il sindaco di Seregno Alberto Rossi è stato chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sulla procedura di fusione di Aeb e A2A. Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente: questa l’accusa di cui dovranno rispondere il primo cittadino insieme all’assessore Giuseppe Borgonovo, assessore alle partecipate del comune di Seregno all’epoca dei fatti e il segretario generale dell’ente brianzolo, Alfredo Ricciardi.

Per il primo cittadino brianzolo insieme agli altri due esponenti con incarichi pubblici è stato chiesto dalla procura di Monza il rinvio a giudizio e Rossi ha ricevuto la notifica di conclusione di indagine dalla procura di Monza in concorso con altre tre persone coinvolte nell'indagine relativa alla procedura di fusione di Aeb e A2a: la presidente del consiglio di amministrazione della società partecipata Aeb, Loredana Bracchitta, il presidente di A2a Valotti Giovanni e Troncatti Pierluigi, partner di Roland Berger.

Le indagini

Le indagini sono state condotte dalla guardia di finanza della compagnia di Seregno e il fascicolo assegnato ai sostituti procuratori Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio. E ora la procura di Monza, come evidenziato in una nota dal procuratore capo Claudio Gittardi, ha disposto il rinvio a giudizio. L’attività di indagine ha avuto come oggetto il procedimento amministrativo relativo all'operazione di integrazione societaria e industriale con AEB, conclusosi, con delibera nr. 17 del 20.4.2020 del Consiglio Comunale del comune di Seregno, effettivamente in favore di A2A s.p.a. E proprio nell’ambito di questa operazione sono state ravvisate le ipotesi di reato ora contestate agli indagati.

Le accuse

L'ipotesi di reato, secondo gli atti, per Rossi e Borgonovo, consisterebbe "nell' aver supinamente recepito tutte le indicazioni provenienti dai coimputati intese a escludere la gara ad evidenza pubblica per la integrazione delle due società, in violazione dell' art. 17 co. I D.Lvo 19/08/2016 nr. 175 (Testo unico in materia di  1  società a partecipazione pubblica), fraudolentemente impedendo all' opposizione in sede di consiglio comunale di Seregno di conoscere tutta la documentazione relativa sia alla valorizzazione degli asset sia alla procedura da adottare, tanto da determinare l'intervento del Tar per la Lombardia che con pronuncia del 15.02.2021 ha annullato la delibera stessa, imponendo al Comune di Seregno con provvedimento del 29.04.2021 l'esibizione ed il deposito della documentazione ricevuta dal Comune di Seregno da parte di AEB nonché il verbale della seduta straordinaria e segreta del consiglio comunale del 27.4.2021; nell' avere, nonostante le varie pronunce del Tar, del Consiglio di Stato e della Corte di Cassazione, mantenuto in essere quanto già illegittimamente deliberato circa la integrazione societaria e industriale, omettendo di procedere con la prevista e legittima evidenza pubblica".

Per il sindaco inoltre, scrive la procura, pesa anche l'intervento presunto "su sollecitazione della Bracchitta, presso il Comune di Bovisio Masciago tramite il segretario provinciale del PD Luigi Ponti, al fine di eliminare dall' ordine del giorno del consiglio comunale del 28.11.2019 qualsiasi riferimento all' adozione dell'evidenza pubblica con riguardo alla più volte citata integrazione societaria" si legge nella nota.

Secondo quanto ricostruito dalla procura, al fine di condizionare la scelta del contraente e favorire la società "A2A s.p.a.", avrebbero turbato il procedimento amministrativo relativo all'operazione di integrazione societaria e industriale con AEB in favore di "A2A s.p.a. e ci sarebbe stato “un accordo predefinito tra Bracchitta, Valotti e Troncatti circa il mancato ricorso alla prevista procedura ad evidenza pubblica, e nella manipolazione dei dati di concambio degli asset di A2A nonché attraverso la prospettazione di una infungibilità derivante da scenari di crescita e sviluppo del gruppo AEB che non si sarebbero conseguiti attraverso l'aggregazione con altri operatori, rappresentazione in realtà artefatta”.

I fatti sarebbero stati commessi a Seregno dal 17.10.2019 (data della lettera di intenti) al 30.10.2020 (data dell' ultimo atto che ha perfezionato l'aggregazione, rappresentato dalla stipula tra AEB e “RetiPiù” dell' atto di conferimento del ramo distribuzione gas Unareti). 

Gli altri indagati

Secondo quanto ricostruito dalla procura, al fine di condizionare la scelta del contraente e favorire la società "A2A s.p.a.", avrebbero turbato il procedimento amministrativo relativo all'operazione di integrazione societaria e industriale con AEB in favore di "A2A s.p.a. e ci sarebbe stato “un accordo predefinito tra Bracchitta, Valotti e Troncatti circa il mancato ricorso alla prevista procedura ad evidenza pubblica, e nella manipolazione dei dati di concambio degli asset di A2A nonché attraverso la prospettazione di una infungibilità derivante da scenari di crescita e sviluppo del gruppo AEB che non si sarebbero conseguiti attraverso l'aggregazione con altri operatori, rappresentazione in realtà artefatta”.

Tutto questo - spiega ancora la procura - “per giustificare la procedura di scelta del contraente senza evidenza pubblica, adottando pertanto la succitata delibera, peraltro celando al consiglio di amministrazione di AEB la documentazione tecnica necessaria per la valutazione circa la valorizzazione degli asset delle due società finalizzata al concambio”.

Alla presidente del consiglio di amministrazione di Aeb Bracchitta e a Troncatti, partner di Roland Berger s.r.l., la procura contesta anche l’artt. 110 c.p., 353 c.p., 61 nr. 2, “perché, in concorso tra loro, nelle qualità indicate al capo che precede), al fine di condizionare la scelta del contraente e favorire la società ROLAND Berger, turbavano la procedura negoziata relativa alla scelta dell' Advisor industriale, con collusioni e mezzi fraudolenti”. In pratica avrebbero pilotato la “procedura negoziata al fine di favorire la assegnazione dell'incarico alla Roland Berger, peraltro soggetto già destinatario di due precedenti affidamenti diretti (del 18.10.2019 per la somma di euro 39.000,00 e del 22.10.2019 per la somma di euro 39.000,00) nonché di un terzo incarico per importo di euro 35.000,00, formalmente non affidato alla società Roland Berger, ma di fatto dalla stessa società svolto e remunerato in data 10.4.2020 (e quindi successivamente alla citata procedura negoziata) con una somma pari a euro 34.720,00 col sistema del "sestoquinto" di cui all'art. 106 co XII D.Lvo 50/16”. 

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