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Il boato e poi la torre che crolla: il video dell'esplosione

Alle 9.48 i tre fischi e poi il botto

Tutto è andato secondo il cronoprogramma. I 3 fischi, il botto e poi la torre di 32 metri che si è sgretolata a terra. Vimercate e i vimercatesi hanno detto addio alla torre (dismessa) dell'acquedotto di Velasca.  Alle 9.48, tre fischi in successione di un corno da caccia.  E poi, il forte botto che ha fatto crollare la  torre del serbatoio pensile dell'acquedotto ubicato nella frazione di Vimercate. 

La demolizione controllata, messa a punto da BrianzAcque e dall’amministrazione comunale in collaborazione con la polizia locale,  ha rispettato i tempi, senza intoppi. Il vecchio manufatto, alto 32 metri, si è piegato di lato ed è caduto esattamente dove previsto, in direzione dei campi. Pochi attimi sono bastati per porre fine alla struttura, da tempo non più in uso e a cancellarla per sempre dallo skyline della città.  A debita distanza, le operazioni sono state seguite da Enrico Boerci (presidente e amministratore delegato di BrianzAque), da Francesco Cereda (sindaco di Vimercate) e da una piccola folla di curiosi che assiepata a debita distanza di sicurezza non ha voluto mancare ad un evento destinato a rimanere nella storia della città. 

Ad azionare il dispositivo che ha innescato l’esplosione l’ingegnere Pamela Gervasoni di BrianzAcque. Poco dopo, “il crollo” i 23 residenti, evacuati temporaneamente, hanno potuto far rientro nelle loro abitazioni. Nel frattempo, sono iniziate le operazione di sgombero della macerie. Una volta “liberata” l’area verde recintata sarà restituita al comune di Vimercate, che ne è proprietario.

Ma quello di Vimercate non sarò l'unico acquedotto a essere demolito. Nel biennio 2023-2024, il progetto di BrianzAcque per la demolizione delle  torri piezometriche non più funzionali alla gestione degli acquedotti, prevede l’abbattimento di altre quattro strutture inutilizzate e inutilizzabili.  In agenda, nella fascia Est della Brianza compaiono quelli di Vimercate (via Villanova), Agrate Brianza (via don Minzoni) e nella fascia Ovest quelli di Cogliate (piazza papa Giovanni XXIII)  e di Lentate sul Seveso (via Asiago). Per tutte queste costruzioni è previsto l’abbattimento con la tradizionale tecnica meccanica, che prevede il taglio a blocchi delle torri  partendo dalla sommità dell’edificio, adeguatamente ingabbiato e protetto.

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