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Il maxi progetto / Sant'Alessandro / Via Alberico Gentili

Il Comitato monzese pronto a chiedere a Mattarella lo scioglimento del consiglio comunale

Il Comitato di via Gentili, Talete e Aristotele continua la battaglia contro la realizzazione del maxi svincolo per le Olimpiadi invernali del 2026

Che fossero battaglieri era risaputo. È da un anno che dicono no  all’ampliamento dello svincolo Monza Sant’Alessandro sulla A52 Tangenziale Nord da realizzare per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 . Ma sono soprattutto contrari a  quel progetto che prevede un tunnel di 70 metri a cielo aperto sotto le finestre delle scuole di San Rocco frequentate da centinaia di bambini e di ragazzi e ai campi di calcio e alla palestra dove si allenano gli atleti del quartiere. Un no più volte ribadito a Serravalle – che realizzerà l’opera – e all’amministrazione comunale. Ma ad oggi senza successo. Così che il Comitato vie Gentili, Talete Aristotele è pronto ad arrivare fino a Roma per bloccare quel progetto che considera “pericoloso per la salute dei residenti, ma anche per tutta la città di Monza. Mettendo seriamente a rischio la salute di quasi 6 mila persone”, ribadiscono.

Il motivo della richiesta di scioglimento del consiglio comunale

E se ad oggi il Comitato non ha ricevuto aggiornamenti né da Serravalle né dal Comune e soprattutto notizie confortanti in merito a possibili revisioni del progetto accogliendo quelle modifiche da maggio presentate alla giunta a maggio 2023, è pronta a rivolgersi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere lo scioglimento del consiglio comunale di Monza. L’annuncio nella mattinata di venerdì 1 marzo in occasione della conferenza stampa convocata dal consigliere comunale Paolo Piffer (Civicamente) al quale il Comitato vie Gentili, Aristotele e Talete si è rivolto per avere un contatto più diretto con l’amministrazione. Nel frattempo il consigliere di minoranza ha anche chiesto la convocazione di un consiglio comunale ad hoc che verrà organizzato prima della fine del mese.

“Siamo pronti ad arrivare fino al presidente Mattarella per chiedere lo scioglimento del consiglio comunale di Monza – ha dichiarato l’avvocato Giovanni Testa, presidente del Comitato -. Il  sindaco Paolo Pilotto, non opponendosi a questo progetto, mette a repentaglio la salute dei cittadini. L’articolo 32 della Costituzione recita che 'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti'".

"Non si rispetta un articolo della Costituzione"

Testa fa riferimento al documento inviato mesi fa dal Ministero dell’Ambiente in merito al progetto di Serravalle dove c’è scritto che “dall’analisi è stato possibile valutare che 125.390 persone residenti all’interno del dominio di calcolo otterranno un beneficio grazie alla realizzazione dell’opera in esame, mentre 5.600 persone saranno soggette ad un potenziale incremento del rischio inalatorio di tipo cancerogeno...”. L’avvocato Testa non ne fa una questione di numeri. “Se fosse anche solo una la persona che per quest’opera rischia di ammalarsi allora il sindaco dovrebbe comunque intervenire – prosegue -. Il primo passo sarà quello di richiedere lo scioglimento del consiglio comunale al presidente della Regione Attilio Fontana (la Regione ha già finanziamento l’opera con uno stanziamento di 42 milioni di euro, ndr), poi passeremo direttamente ai gradini più alti. Siamo pronti a rivolgerci a Roma, al presidente Mattarella”. Nel frattempo il Comitato ha raccolto oltre 3 mila firme per dire no al progetto di Serravalle così come ad oggi è stato presentato, chiedendo in primis la chiusura del tunnel di 70 metri. Anche il Movimento 5 Stelle si è posto al fianco del Comitato sostenendo la raccolta firme che ha portato in Europa e con una interrogazione in consiglio regionale, 

Gli aggiornamenti del sindaco 

Il sindaco Paolo Pilotto alcune settimane fa, in occasione di un incontro pubblico organizzato dal Pd nel quartiere di San Rocco in merito alla vicenda del tunnel aveva annunciato che il comune aveva affidato a Monza Mobilità la stesura di un progetto dove si confermava la possibilità (sempre rigettata da Serravalle) di realizzare il tunnel coperto. “Tutta la tratta può essere realizzata in galleria - aveva spiegato il primo cittadino -. Lo confermano i tecnici di Monza Mobilità. Certo il progetto di Serravalle andrà rivisto. Per la realizzazione della tratta tutta in tunnel sarà necessario utilizzare materiale più resistente agli incendi; realizzare uscite di sicurezza pedonali ogni 250 metri con vie di accesso alla galleria a piedi; punti di adduzione idrica; canali di scolo per drenaggi pericolosi e l’istituzione della figura del responsabile della sicurezza”. Tra poco ci sarà la procedura di via di impatto ambientale e se Serravalle non avrà accolto nella fase precedente le nostre correzioni noi le presenteremo in quella successiva, presentando la nostra documentazione al Ministero dei Trasporti”. I tempi, naturalmente, non sono immediati. “La procedura di via partirà a marzo e durerà circa 6 mesi”, precisa. Il sindaco nel suo intervento ha più volte ribadito l’ascolto dei cittadini, ricordando che in questi mesi l’amministrazione ha continuato a lavorare sul progetto. “La partita non è finita - aveva concluso -. Abbiamo chiesto anche la possibilità di spostare il cantiere di via Gentili sul lato dell’area verde e non delle case”. Un intervento che salverebbe molte attività e inquilini che altrimenti per oltre 2 anni di lavoro non potrebbero neppure accedere ai loro box o cortili interni con l’auto, Con seri disagi anche nel caso di intervento dei mezzi di soccorso.

Piffer: "Servono chiarezza a partecipazione"

Sulla vicenda interviene anche il consigliere Paolo Piffer: "Il Comitato mi ha coinvolto perché ha difficoltà a dialogare con l'amministrazione comunale - ha precisato il capogruppo di Civicamente -. Ancora una volta c'è un problema di trasparenza e di partecipazione. Questa grande opera impatterà su tutta la città: l'argomento deve essere trattato in modo trasparente, ecco perché prima ho chiesto la convocazione di una commissione comunale ad hoc (alla quale aveva partecipato anche il Comitato, ndr) e adesso di un consiglio comunale. Questi problemi non possono essere affrontati e discussi all'interno degli uffici comunali, ma vanno afffontati pubblicamente". 

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