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Coronavirus

Caos tamponi, a cosa serve la task force del Pirellone che entra in azione oggi

Sarà coordinata da Guido Grignaffini, attuale direttore dei servizi sociali di Ats Brianza

E' il giorno della task force. Oggi, lunedì 27 dicembre, entra in azione la squadra speciale voluta dall'assessore al welfare di regione Lombardia, Letizia Moratti, per cercare di risolvere il caos tamponi

Da giorni, infatti, in diverse province eseguire un test anti covid è diventata un'impresa, con ore di coda fuori dalle farmacie e dagli hub e regole che cambiano in corsa contribuendo ad aumentare la confusione. 

Proprio per questo dal Pirellone hanno deciso di creare una task force dedicata, che sarà coordinata da Guido Grignaffini, attuale direttore dei servizi sociali di Ats Brianza e in passato già inquadrato nell'organizzazione di questo servizio a livello regionale. Ma quale sarà il compito della "squadra"? Il team, che risponderà direttamente alla direzione generale welfare, si occuperà - ha fatto sapere il Pirellone - del "coordinamento" e del "potenziamento dell'offerta pubblica e convenzionata del servizio tamponi antigenici e molecolari per tutto il territorio regionale".

Due le strade, quindi: più tamponi - anche se la macchina lombarda è quasi al massimo dei giri - e più organizzazione, cercando evidentemente di dare priorità ai sintomatici e ai contatti stretti dei positivi. 

Cosa sta succedendo coi tamponi e perché

Sul tema nei giorni scorsi era intervenuto anche il direttore di Ats Milano, Walter Bergamaschi, dando una chiave di lettura del problema, senza nascondere le "criticità". "La pressione è spaventosa. Noi abbiamo rafforzato i punti tampone, vedendo che i numeri stavano crescendo sempre di più. Certo ci sono grandi criticità", aveva ammesso. 

Quindi, ecco gli altri motivi del caos, secondo il numero uno dell'Ats meneghina: "Anche il personale sanitario non è esente da contagi e abbiamo tante persone impegnate sulla campagna vaccinale che non si può arrestare, perché è la vera arma che abbiamo per contenere questa esplosione epidemica. Ci sono poi i pazienti da assistere: anche se la situazione è sotto controllo, infatti, la pressione sugli ospedali è comunque significativa. Abbiamo aumentato anche gli slot per fare i test, ma tutte queste azioni non riescono a tenere testa al boom della domanda appropriata legata a situazioni di sospetto covid". 

Tra medici e operatori sanitari positivi o impegnati in ospedale, insomma, l'offerta è necessariamente più bassa. Mentre, però, di pari passo cresce la domanda. E qui Bergamaschi non aveva risparmiato una tiratina d'orecchie ai milanesi: "Dentro queste code ci sono anche cittadini che cercano di fare tamponi anche se non hanno l'indicazione dal proprio curante e non hanno sintomi. Questo - aveva sottolineato il numero uno dell'Ats - è un ulteriore elemento che complica la situazione", che già "è difficile". "Sicuramente il sistema dei centri tampone è sotto una pressione spaventosa, legata in parte all'esplosione dei contagi e dei casi sospetti e in parte a un uso non del tutto appropriato da parte di molti cittadini - aveva concluso - che provano a recarsi ai centri anche alla luce della riduzione delle attività delle farmacie".

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