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Cronaca

Insulti e resistenza durante un controllo dei carabinieri nel bar: assolti

Il fatto non sussiste. Sentenza ribaltata in appello

"Incapaci", "Siete solo dei rompicoglioni", "Mi fate perdere tempo: andate fuori ad arrestare i ladri piuttosto", "Io vi rovino. Vi faccio sparire". Queste le frasi - tecnicamente, per il codice penale, oltraggi (se in luogo pubblico o alla presenza di più persone) e minacce - pronunciate dal titolare di un'attività contro due carabinieri che nell'agosto del 2014 erano entrati all'interno del locale a Cologno Monzese per un controllo. Un episodio culminato con una denuncia per oltraggio e per resistenza a pubblico ufficiale per cui era stato indagato insieme alla compagna per aver impedito, con un atteggiamento ritenuto ostile, il compimento di un atto di ufficio.

Un episodio che risale a oltre otto anni fa per cui nel settembre del 2021 il Tribunale di Monza si era pronunciato con una sentenza di condanna in primo grado a sette mesi per l'uomo, 33 anni, e quattro mesi per la compagna oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento alle parti civili per un totale di tremila euro. Una sentenza che, a distanza di poco più di un anno, è stata ribaltata in appello. Assolti perchè "il fatto non sussiste". A pronunciarla venerdì 4 novembre è stato il Tribunale di Milano, II sezione penale presieduta dal dottor Enrico Massimo Manzi dopo che il procuratore generale aveva chiesto la conferma della condanna in primo grado. Soddisfatti per la sentenza i due legali degli imputati, difesi dall'avvocato Federico Edoardo Pisani e Belloli Enrico Mario.

Le tesi difensive hanno puntato sulla contradditorietà di alcuni elementi emersi durante il dibattimento e le dichiarazioni rese e sulla presunta inconsistenza delle accuse in quanto il mancato compimento dell'atto di ufficio non sarebbe stato imputabile all'atteggiamento del titolare ma a una scelta di servizio e al sopraggiungere di una richiesta della centrale operativa che avrebbe richiamato la presenza dei due militari altrove. A far agitare l'uomo quella sera, secondo quanto sostenuto in dibattimento, sarebbe stata la richiesta di esibire la patente di guida, una volta sopraggiunto nel locale dopo assere stato avvisato della presenza dei carabinieri. Una richiesta che riteneva immotivata che sarebbe stata originata da uno scambio di persona in quanto i militari, vedendolo entrare nell'attività, lo avrebbero scambiato per un altro uomo sottoposto a controllo stradale qualche giorno prima a cui era stata ritirata appunto la patente. Per il deposito delle motivazioni ora bisognerà attendere 90 giorni. 

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