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Cronaca

Corso Milano diventa la centrale della droga a cielo aperto

Il racconto di un lettore: "La cabina telefonica è l'ufficio dei pusher, il tunnel la stanza del buco"

Il lockdown non ferma il degrado: giardinetti e piazze trasformati in discariche, il sottopasso per raggiungere la stazione di Monza (chiuso ormai da un paio di anni) è diventato un vespasiano a cielo aperto. La segnalazione è arrivata alla redazione di MonzaToday da un cittadino che ogni giorno attraversa corso Milano, e che ci ha inviato alcune fotografie che lasciano poco all’immaginazione.

Sulle scale si sniffa e ci si inietta la dose

“L'odore nauseabondo di urina arriva fino alla strada –spiega-  Sulle scale si trova di tutto: manifesti pubblicitari, cartacce, bottiglie, lattine, mozziconi di sigaretta e anche le siringhe”. Un problema che prosegue da tempo. “Purtroppo quell’angolo della città viene utilizzato anche come stanza del buco – precisa – I tossicodipendenti possono iniettarsi la dose indisturbati. Alcuni mesi fa sono incappato anche in due uomini che stavano sniffando”. Il tunnel, comunque inutilizzabile, viene visto dai cittadini come un pericolo. “Abbiamo paura – continua - Anche in pieno giorno non vorremmo incontrare qualche tossicodipente che ha bisogno di soldi per comprarsi la dose".

La cabina trasformata in ufficio dei pusher 

Anche la cabina telefonica di corso Milano è stata trasformata in un nuovo luogo di spaccio."C'è un continuo via vai di persone che entrano ed escono, senza però utilizzare il telefono- racconta - Si vedono che toccano qualcosa e poi velocemente se lo mettono in tasca e fuggono a gambe levate”.  Il monzese suggerisce, oltre a maggiori controlli, anche la chiusura dell’ingresso alle scale come è già stato fatto per il tunnel di via Cavallotti. “Periodicamente le forze dell’ordine fanno retate e puntualmente il problema si ripresenta, migrando solo di qualche isolato – conclude -. Gli spacciatori operano alla luce del sole, ci sono scambi di dosi davanti ai passanti; gruppi di ragazzini che terrorizzano le persone anche alla fermata degli autobus. È fondamentale intervenire sulle politiche sociali, di prevenzione dello spaccio e non limitarsi ad interventi repressivi che, visti i risultati, non servono a nulla”.

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