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Nel carcere di Monza c'è un frutteto dove si seminano buoni frutti

Il nuovo frutteto piantato e curato dai detenuti è stato inaugurato venerdì mattina alla presenza del governatore Attilio Fontana, autorità e istituzioni

Seminare e aspettare i frutti della terra, mettendo le radici per un futuro nuovo, diverso, che passa attraverso il lavoro. Venerdì mattina è stato inaugurato il nuovo frutteto piantato e curato dai detenuti all’interno del carcere di Monza.

Il frutteto tra le mura del carcere

Alla presenza del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, dell'assessore all’Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione Fabrizio Sala, del procuratore di Monza Claudio Gittardi, è stato inaugurato lo spazio verde dove i detenuti hanno messo a dimora una trentina di alberi da frutto che verranno coltivati per fornire susine, limoni e mele alla mensa interna, contribuendo ad alimentare anche le proprie competenze. All’evento hanno partecipato il provveditore alle Carceri della Lombardia, Pietro Buffa, il prefetto di Monza e della Brianza, Patrizia Palmisani, la direttrice della Casa Circondariale, Maria Pitaniello e il sindaco di Monza, Dario Allevi. Si tratta di un’importante attività per i detenuti che si prenderanno cura giorno per giorno delle piante, accrescendo le competenze professionali e creando condizioni di recupero e valorizzazione della funzione educativa e riparativa.

"Nel 2020/2021 Regione Lombardia ha attivato 35 progetti, per oltre 7 milioni di euro, per il mantenimento e rafforzamento delle competenze sociali e professionali degli ospiti delle carceri lombarde, attività molto importanti per il ritorno al mercato del lavoro a conclusione del periodo di detenzione. La Casa Circondariale di Monza è un esempio nella realizzazione di questi progetti, un ottimo lavoro realizzato dalla direttrice della struttura, da tutto il personale che vi lavora e soprattutto dai detenuti che accolgono l’opportunità positiva di partecipare a questi progetti" ha spiegato il governatore Fontana. 

“L’iniziativa di oggi – ha commentato il presidente della Regione – è prova di quanto l’istituzione penitenziaria ponga attenzione al lavoro e restituisce un’immagine del carcere come luogo di crescita, sviluppo e occasione di risocializzazione. Di questo, dobbiamo ringraziare i promotori e anche il partner dell’iniziativa, Fondazione Snam”.

“Un progetto lodevole sotto diversi punti di vista: perché – ha aggiunto – innanzitutto crea condizioni di recupero e valorizzazione della funzione educativa e riparativa. E poi sensibilizza all’innovazione in agricoltura, attuando uno dei principi della rivoluzione green che prevede rimboschimento e coltivazione in aree urbane e periurbane”.

“Un momento di confronto utile e proficuo” ha aggiunto l’assessore regionale all’Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione, Fabrizio Sala. “Regione Lombardia conferma, ancora una volta, la propria attenzione a ‘tuttocampo’ – ha detto ancora – verso le tematiche del sociale aderendo a iniziative importanti che mirano al ‘reinserimento della persona’ e che, allo stesso tempo, guardano ai singoli territori con progetti che hanno nell’innovazione un punto di riferimento saldo e qualificato”. 

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