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Lavoro nero

Ristoranti, locali e negozi con 42 lavoratori in nero: multe fino a 270mila euro

I controlli della guardia di finanza a Monza e in Brianza. Tra i lavoratori fantasma anche due pensionati, il proprietario di auto di lusso e un uomo che percepiva il reddito di cittadinanza

Più di quaranta lavoratori in nero e 19 attività tra ristoranti, pizzerie, imprese e negozi che ora rischiano la chiusura. Questo, in sintesi, il bilancio dell’imponente attività di controllo contro il lavoro sommerso e l’impiego di manodopera senza contratto effettuata dalla guardia di finanza a Monza e in Brianza. Le multe per gli esercizi variano da 45 a 270mila euro con annesse richieste di sospensione dell’attività imprenditoriale.

Il piano di controlli dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Monza è stato intensificato anche nell’ambito del dispositivo straordinario predisposto per il contrasto della malamovida e varato dalla Prefettura di Monza e della Brianza e, in vista della stagione estiva, sono stati intercettati 42 lavoratori impiegati “in nero”.

Pizzerie, negozi e benzinai con lavoratori fantasma

Sono stati 42 i lavoratori in nero intercettati durante i controlli dei finanzieri del Gruppo di Monza e delle Compagnie di Seregno e Seveso: 28 sono di nazionalità italiana, quattro egiziani, sette asiatici, un senegalese, un albanese ed un cittadino dominicano. Gli accertamenti sono scattati per un lavaggio auto, due fruttivendoli ambulanti, due distributori stradali di carburante, un’azienda di allevamento, una cooperativa sociale, un negozio di abbigliamento, un’impresa di trasporti, un minimarket, un fruttivendolo evasore totale, tre pizzerie d’asporto, una gelateria, un emporio, una pasticceria, una pizzeria, un fabbricante di poltrone e divani, due ristoranti. Qui gli addetti lavoravano senza una regolare assunzione e in due casi, con contratti di collaborazione occasionali risultati una dissimulazione del rapporto di lavoro subordinato.

I pensionati, l’uomo con l’auto di lusso e il percettore del reddito di cittadinanza

Tra i lavoratori in nero scoperti,due ultrasettantenni pensionati, un possessore di auto di grossa cilindrata e un percettore, senza averne diritto per mancata comunicazione della propria condizione occupazionale, di reddito di cittadinanza. Per l’uomo è scattata una denuncia alla Procura della Repubblica di Monza e una segnalazione all’I.N.P.S. per l’attivazione dei provvedimenti di decadenza, revoca, sospensione o riduzione dei benefici illecitamente erogati e l’avvio delle necessarie azioni di recupero dell’indebito percepito per complessivi 6.280 euro.

Ora, in seguito ai successivi e più approfonditi accertamenti, sono 19 gli esercizi commerciali per i quali è stata richiesta al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro il provvedimento di sospensione dell’attività – in quanto, nel giorno degli interventi, i lavoratori in nero accertati superavano la soglia del 10% della totalità dei lavoratori impiegati – e 21 i datori di lavoro verbalizzati per mancata comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro, di cui quattro sanzionati per aver provveduto al pagamento delle retribuzioni con strumenti finanziari non tracciabili, due per mancata memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi di vendita ed uno per evasione del canone speciale RAI. Le sanzioni variano tra i 45mila e i 270mila euro.

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