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La cronaca / Seregno

Quelle scritte apparse fuori dallo stadio brianzolo

Il sindaco: "Sono arrabbiato e amareggiato"

"Capisco lo sconforto, capisco anche la rabbia, ma non è certo questo il modo".

Sono lapidarie le parole del sindaco di Seregno Alberto Rossi dopo il raid vandalico che tra giovedì 29 giugno e venerdì 30 giugno ha visto protagonista lo stadio Ferruccio. I cui muri sono stati imbrattati a ripetizione con scritte di contestazione rivolte al patron del 1913 Seregno Calcio Fabio Iurato. Al centro della diatriba, che da giorni sta infuocando l'animo dei tifosi, la possibilità che la società calcistica possa non riuscire a iscriversi al campionato di serie D. 

"Capisco lo sconforto, capisco anche la rabbia, ma non è certo questo il modo - il messaggio affidato ai social dal primo cittadino rossi - Seguo come tanti con grande attenzione la situazione del 1913 Seregno Calcio, che pare proprio viva un momento difficile, con prospettive molto incerte per il futuro. Comprendo l’amarezza dei tifosi, è anche la mia. Ero lì in mezzo a loro nelle ultime due partite in casa in cui ci giocavamo la permanenza in D. E voglio anche dire, anche a chi tra i tifosi di recente me lo ha chiesto pubblicamente, che nella malaugurata ipotesi in cui si verificassero scenari che prevedono che un sindaco e una amministrazione possano intervenire e avere una parte in causa, per quanto è nelle possibilità e nei poteri lo faremmo certamente".

Parole, quelle di Rossi, cui è seguito un appello contro il raid vandalico. Che di fatto obbligherà l'amministrazione a spendere denaro pubblico per ripristinare il decoro dello stadio: "Detto questo, una contestazione con queste modalità, quelle che vedete nelle foto (e non le sto pubblicando tutte, ci sono altre scritte su altri muri imbrattati) fa solo del male alla nostra città e non aiuta in alcun modo a risolvere una situazione complessa. Imbrattare il nostro stadio, in cui tra l’altro vivono e praticano le loro attività anche altre società di altri sport, dall’atletica alla boxe, non ha alcun senso. Serve un minimo di responsabilità nel prendersi cura delle cose di tutti: questo non è tifo, è vandalismo. E non ha senso che l’intervento del Comune in questa vicenda sia spendere soldi per ripristinare tutti i muri dello stadio".

Poi la riflessione, amarissima."La storia e la passione calcistica di Seregno meriterebbero situazioni diverse, ma non meritano nemmeno queste forme di contestazione, dalle quali non mi pare possa nascere nulla di buono".

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