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Lunedì, 29 Aprile 2024
Caro bolletta / Seregno

"Da 400 a 1.300 euro di bolletta per l'elettricità: qui si chiude"

"Il peggio non è ancora arrivato" commenta Salvatore Bongiovanni ristoratore di Seregno

Caro bollette: anche i commercianti brianzoli sono in seria difficoltà ed è grande la paura per le prossime bollette. Qualcuno i rincari non li ha ancora notati, avendo ancora il blocco dei contratti e non avendoli ancora rinnovati. C'è chi, invece, ha già subito il salasso e non sa come potrà affrontare il lungo inverno.

A lanciare il grido d'allarme - anche a nome dei colleghi - è Salvatore Bongiovanni che gestisce un bar nel centro di Seregno ed è responsabile del MIO (Movimento imprese ospitalità) per la Lombardia. "Sto raccogliendo le storie di disperazione di tantissimi colleghi - racconta a MonzaToday -. Ci sono baristi che hanno bar di media grandezza, circa 140 metri quadrati, che nel giro di pochi mesi hanno visto lievitare la loro bolletta da 400 euro a 1.300 euro senza aver incrementato i consumi. Tutt'altro: in alcuni casi li hanno anche diminuiti. Per esempio ci sono colleghi che gestiscono un bar che in estate tenevano accesa l'aria condizionata solo durante la pausa pranzo per garantire un pasto al fresco ai clienti, e poi il pomeriggio quando in giro c'era il deserto la spegnevano e tenevano le porte aperte". 

Il problema, per Bongiovanni, non è tenere accese le luci. Il vero problema è  che non si potrà far economia sulla bolletta perché non si potranno spegnere i macchinari. "Ormai tutti usiamo luci led - prosegue -. Non è quello che ci fa schizzare la bolletta; ma il frigo, il frigobar, la macchina del caffè che non spengo di notte perché poi la mattina per farla ripartire mi consuma tantissimo". La preoccupazione sono i clienti che in molti casi si vedranno costretti anche a rivedere le proprie abitudini e magari a rinunciare al pranzo fuori, alla colazione al bar, e all'aperitivo del venerdì sera per far quadrare il bilancio familiare. Perchè anche loro, nel frattempo, vedranno lievitare le loro bollette. 

"Qui non c'è più tempo da perdere, siamo già in ritardo - prosegue -. Se noi chiudiamo mandiamo a casa i nostri lavoratori che peseranno ulteriormente sullo Stato. Le grandi attività possono appoggiarsi alla cassa integrazione, ma noi dobbiamo licenziare, non abbiamo altra scelta".

Il MIO è molto preoccupato, come ha dichiarato in una nota ufficiale anche il direttore generale Raniero Albanesi. "I miei colleghi dovranno scegliere tra pagare le bollette e poter continuare a lavorare o pagare gli stipendi e chiudere a causa del distacco delle utenze - dichiara -. Ma anche nel primo caso, senza personale, potranno continuare a lavorare in modalità 'energy saving', sicuramente al di sotto del punto di pareggio rimandando di fatto la chiusura ai mesi successivi. La situazione è drammatica, sicuramente peggiore del covid. Durante l’emergenza sanitaria venne istituita la cosiddetta Cassa covid, la quale permise di non licenziare mantenendo attivi gli organici delle aziende. Oggi per quanti “sforzi” (quali?) abbia fatto il governo, pare evidente la necessità di provvedimenti più incisivi. La Cassa integrazione bollette potrebbe essere uno strumento". 

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