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Cronaca

In Brianza nasce l'archivio digitale della storia del cappello artigianale

Fabrizio Vimercati, erede dell'ultimo cappellificio di Monza, sta realizzando un archivio digitale sulla storia del cappello a Monza. Una raccolta di testimonianze di chi ha lavorato in queste grandi fabbriche, ma anche di chi andava a farsi fare il cappello su misura. Una tradizione oggi in via di estinzione

Monza si rimette il cappello in testa, e i monzesi aprono il cassetto dei loro ricordi tirando fuori aneddoti e immagini di quando la città di Teodolinda era la città dei cappellifici.
È questo l’obiettivo del progetto “Monza e il cappello”: la creazione di un archivio virtuale sulla storia del cappello a Monza, raccontata direttamente dai monzesi. Il progetto è stato ideato e promosso da Fabrizio Vimercati, terza generazione della famiglia VimercatiHats1953, l’ultimo cappellificio presente in città che ancora oggi porta alto il nome di Monza nel mondo, soprattutto nell’export in Israele.

“Da anni ho il desiderio di creare un archivio dedicato alla storia del cappello a Monza – spiega Fabrizio Vimercati che porta avanti con la sorella Elisa e il cugino Roberto il cappellificio di famiglia via Macallè -. Adesso non c’è più tempo per rimandare. Ormai sono pochi i testimoni che possono raccontare in prima persona il lavoro all’interno dei cappellifici di Monza”.

Un archivio che vuole partire proprio dalla testimonianza diretta dei monzesi. Non solo di quelli che nei cappellifici lavoravano, ma anche di coloro che ogni giorno attraversavano le strade che affacciavano su queste grandi ditte, o che si recavano dai maestri artigiani a farsi fare il cappello su misura.  Un’industria che in città ha iniziato a svilupparsi nel Seicento; gli anni d’oro nella fine dell’Ottocento, poi via via un lento declino e oggi, nel 2020, di artigiani che a Monza realizzano i cappelli come avveniva duecento anni fa sono solo i Vimercati. “In azienda abbiamo ancora i macchinari dell’Ottocento. Il cappello viene ancora fatto a mano, un lavoro lungo e certosino che lo rende un prodotto di altissima qualità”.  

I monzesi stanno rispondendo positivamente alla richiesta di raccontare i loro ricordi legati all'industria del cappello. C’è qualcuno che ha inviato il ricordo di quando con la mamma andava a farsi fare il cappello su misura dalla “modista” di via Cavallotti. Lì i clienti sceglievano tessuti, colori, forme e per la dimensione la signora ricorda le teste di legno sulle quali gli "scheletri" dei cappelli venivano appoggiati per essere lavorati. Poi, dopo qualche giorno, il ritorno in negozio per la prova finale e gli ultimi dettagli eventualmente da modificare. Ritornando a casa con un accessorio che non ha fatto solo la scuola della moda italiana, ma è stato anche protagonista della rivoluzione economica (e sociale) della città.

Intanto l’archivio giorno dopo giorno sta crescendo. Il sogno è anche quello di trasformarlo in una pubblicazione, per non dimenticare un simbolo di Monza e del made in Italy.E quando la pandemia sarà finita Fabrizio Vimercati ritornerà ad aprire le porte della sua azienda, con le visite guidate che hanno permesso a molti monzesi (ma non solo) di innamorarsi di questo bellissimo accessorio. 

Chi desidera inviare un ricordo legato alla storia del cappello a Monza può farlo attraverso la pagina Facebook "Monza e il cappello"

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