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La grande infrastruttura / Sant'Alessandro / Via Talete, 2

A Monza al via il maxi cantiere che durerà oltre 400 giorni: il quartiere paralizzato protesta

La paura dei residenti: "Non ci saranno solo problemi per la salute, ma anche seri disagi durante la fase dei lavori"

La data di inizio dei lavori non è ancora stata annunciata. L’unica sicurezza, ad oggi, è che i residenti quel cantiere proprio non lo vogliono e si sono riuniti in comitato per far sentire la propria voce. Nasce a Monza il Comitato via Gentili, Talete e Aristotele le tre strade del quartiere San Rocco-Sant’Alessandro che saranno interessate dal maxi cantiere di Serravalle per l’ampliamento dello svincolo di Monza S.Alessandro sulla A52 Tangenziale Nord. Uno svincolo che – secondo il cronoprogramma – dovrà essere pronto per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.

Il cronoprogramma

Il progetto prevede 415 giorni lavorativi di cantiere che porteranno importanti disagi nella zona. Già a giugno i residenti avevano dimostrato la propria contrarietà all’idea di questo progetto il cui obiettivo è velocizzare il transito dei mezzi che passano in quel tratto. Avevano presentato all’amministrazione comunale anche diverse criticità in merito all’opera, che hanno ribadito anche nelle scorse settimane quando hanno ricevuto da Serravalle Spa la lettera che annunciava poi il progetto e gli espropri per i lavori. I residenti adesso si sono riuniti in Comitato e hanno scritto una lettera ai comandi monzesi dei vigili del fuoco, dei carabinieri, della polizia stradale e dell’Ats Brianza per sollevare anche quelle criticità che il maxi cantiere porterà in caso di interventi in emergenza. Per prima cosa i residenti sottolineano il rischio salute al quale vengono sottoposti. Un rischio che riguarderebbe non solo chi vive nelle palazzine delle vie Gentile, Talete e Aristotele ma anche i bambini che frequentano le scuole, il campo sportivo e la palestra proprio vicino al passaggio della grande arteria stradale.

"Abbiamo paura per la nostra salute"

“Nel documento delle osservazioni rilasciate dal ministero dell’Ambiente – si legge nella lettera inviata dal Comitato – si evidenzia che ‘... dall’analisi è stato possibile valutare che 125.390 persone residenti all’interno del dominio di calcolo otterranno un beneficio grazie alla realizzazione dell’opera in esame, mentre 5.600 persone saranno soggette ad un potenziale incremento del rischio inalatorio di tipo cancerogeno...’.   Sembra strano che per un miglioramento della mobilità di 125.390 abitanti debbano patire conseguenze gravissime 5.600 persone. L’articolo 32 della Costituzione dichiara che ‘…La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti…’ Nel quartiere vivono molte persone anziane, alcune con importanti problemi di salute. Per non parlare dei bambini e dei ragazzi che frequentano scuole e campi sportivi che affacciano sulla infrastruttura. Infatti oltre all’inquinamento atmosferico che sarà generato dalla realizzazione del tunnel che collegherà A4 alla A52, transitante sulla via Gentili, lo stesso, a differenza dell’esistente, sarà lasciato a cielo aperto per gli ultimi 70 metri prima dell’attraversamento sotto l’asse ferroviario”.

Residenti "prigionieri" in casa

Ma la grande preoccupazione riguarda anche la fase di cantiere che durerà circa 415 giorni lavorativi.  Circa un anno e mezzo di lavori durante i quali i residenti di via Gentili e delle vie limitrofe non potranno accedere con le proprie auto nei cortili e nei box. Lo stesso verrà per ambulanze e mezzi delle forze dell’ordine. “Non vogliamo nemmeno pensare ad eventuali interventi urgenti per assistenza sanitaria per i quali si prospetta che il paziente, piuttosto che essere soccorso con l’ambulanza presso la propria residenza, verrà trasportato con barella fino all’area di parcheggio che inevitabilmente sarà lontana da casa.  Non tralasciamo la considerazione che in simili circostanze anche un secondo può essere fatale”. I residenti di via Gentili sollevano anche il problema sicurezza. Già in passato nella via ci sono stati episodi di vandalismo e di aggressioni. “Figuriamoci adesso che i mezzi del pronto intervento non potranno accedere direttamente “, concludono .

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