rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
La sentenza

Narcotizzava e derubava uomini: per la "mantide" della Brianza 16 anni e 5 mesi di carcere

Giovedì mattina la sentenza di primo grado in Tribunale a Monza. Tiziana Morandi, 48 anni, era stata rinviata a giudizio con l'accusa di aver narcotizzato e derubato una decina di uomini tra i 28 e gli 84 anni. Una ventina i capi di imputazione per cui adesso è stata ritenuta colpevole dal tribunale

Sedici anni e cinque mesi di reclusione. E tre anni a fine pena di libertà vigilata. Una condanna che si compone quasi di tanti anni quanti i capi di imputazione di cui Tiziana Morandi, 47 anni, è stata ritenuta colpevole dal tribunale di Monza che giovedì mattina l'ha condannata in primo grado. Una ventina i reati di cui era stata accusata la donna soprannominata "la mantide" della Brianza: dalla rapina alle lesioni, indebito utilizzo di carte di credito e violazione della legge sugli stupefacenti. La 47enne di Roncello, arrestata dopo un'indagine scattata nell'agosto del 2021, era stata accusata di aver sedato o narcotizzato una decina di uomini e di averli derubati. Una strana catena di malori o torpori che in un caso avevano portato anche a un incidente stradale, con un 28enne di Trezzo sull'Adda, l'unica vittima costituitasi parte civile nel procedimento, che si era schinatato in auto contro un muro dopo una serata trascorsa con la donna. 

Il presidente della corte, in composizione collegiale, il giudice Patrizia Gallucci, giovedì mattina ha letto il dispositivo che ha decretato la condanna in primo grado per la donna che era presente in aula. Camicetta bianca con il colletto che usciva da un maglioncino accollato blu, jeans e scarpe da tennis, è rimasta impassibile ad ascoltare la sentenza e anche dopo la lettura. Accanto a lei c'era l'avvocato Angelo Leone del foro di Milano, l'ultimo difensore della 47enne dopo i numerosi cambi in corso di processo. 

Tiziana Morandi è stata condannata anche al pagamento di una multa di quasi 11mila euro in aggiunta alle spese legali e processuali e interdetta in perpetuo dai pubblici uffici. Il giudice ha menzionato anche la condanna al risarcimento dei danni alla parte civile da definirsi in sede di procedimento civile, oltre ai 6mila euro di spese. L'unica vittima a costituirsi parte civile nel procedimento era stato appunto un 28enne di Trezzo, rappresentato dall'avvocato Barbara Giulivi del foro di Bergamo. Il giovane dopo essersi sottoposto a un trattamento a casa della donna, ha raccontato di sentirsi intontito tanto da faticare a reggersi in piedi. E al rientro era andato a schiantarsi con la sua auto contro un muro. 

Uomini narcotizzati e derubati

Le indagini dei carabinieri della compagnia di Vimercate erano scattate nell'agosto del 2021 quando un 83enne di Roncello era stato trovato dal figlio in casa incosciente e addormentato ed era stato trasportato al pronto soccorso. L'esame tossicologico aveva rilevato benzodiazepine nel sangue e l'uomo aveva riferito ai carabinieri di essersi addormentato dopo aver bevuto, in casa sua, una camomilla con una donna che si era presentata alla sua porta per una raccolta di soldi per beneficenza. In ospedale si era accorto di non avere più al collo la collana con alcune medagliette e la fede al dito.  

Stesso modus operandi per altri due anziani sempre nel mese di agosto 2021, a Roncello. Un 84enne e un 67enne. Il primo ha raccontato di una donna conosciuta al bar che lo aveva invitato a bere qualcosa insieme e del furto di 50 euro. Il secondo invece aveva detto di avere conosciuto una donna sui social network, di averla incontrata e di essersi poi ritrovato senza catenina d'oro al collo e col bancomat alleggerito. Via via erano comparsi altri casi. A qualcuno avrebbe detto di fantomatiche raccolte fondi per curare bambini malati, gli uomini più giovani sarebbero invece stati avvicinati col la scusa di una pizza o un aperitivo. Tutti poi misteriosamente accusavano malori o cadevano in un sonno profondo e si svegliavano alleggeriti di oggetti preziosi o denaro.

La difesa pensa già all'appello

A commentare la sentenza giovedì mattina in tribunale a Monza è stato l'avvocato Angelo Leone. "La sentenza di fatto accoglie le richieste del pubblico ministero (Carlo Cinque, Ndr, che aveva chiesto una condanna a 15 anni di reclusione). Presenteremo appello e insisteremo perché si faccia anche una valutazione sulla capacità della signora di stare in giudizio e di intendere e volere al momento dei fatti" ha detto a MonzaToday Leone. "Vedremo se ci sarà spazio per queste valutazioni e se le dichiarazioni saranno ritenute altrettanto sufficienti dalla corte di Appello. Come legale della signora ho evidenziato una serie di contraddizioni che non lasciano spazio a interpretazioni diverse anche perché non c'è un accertamento scientifico per la somministrazione delle sostanze. Proseguiamo in questa battaglia" ha concluso. La perizia psichiatrica, richiesta dalla difesa, non era stata ammessa nel corso del procedimento. Entro 90 giorni verranno depositate le motivazioni della sentenza. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Narcotizzava e derubava uomini: per la "mantide" della Brianza 16 anni e 5 mesi di carcere

MonzaToday è in caricamento