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Cronaca / Desio

Chiuso il centro massaggi a luci rosse

Succede in Brianza. Le indagini partite dopo che un cliente era stato ferito

Dietro le insegne del centro massaggi presumibilmente si nascondeva un centro a luci rosse. Così che i carabinieri della Compagnia di Desio lo hanno sottoposto a un sequestro preventivo. Nei giorni scorsi i militari, al termine di mirata indagine avviata d’iniziativa e successivamente assunta dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno proceduto a sottoporre a “sequestro preventivo” un centro massaggi di Desio, di proprietà di un cittadino 43enne di origini cinesi, con precedenti per reati contro la persona, prostituzione, falsità personale e ingresso e soggiorno illegale in Italia.

Le indagini sono partite a ottobre 2022 dopo un’aggressione. Vittima un 22enne originario del Kenya e residente in provincia di Bergamo. L’uomo avrebbe spiegato ai carabinieri che quella notte aveva contattato una donna attraverso un sito di incontri. L’avrebbe raggiunta e come da accordi preventivi l’avrebbe pagata prima di consumare il rapporto sessuale. Il giovane si è quindi recato nel centro massaggi, ma a quel punto la donna si sarebbe rifiutata. Il giovane avrebbe quindi richiesto i soldi pagati anticipatamente, ma sarebbe stato ripetutamente colpito prima dalla donna con un bastone, e poi anche dal marito che nel frattempo era arrivato con una mannaia. Il giovane era stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Desio e poi dimesso con una prognosi di 20 giorni per “aggressione da parte di persona, varie ferite e trauma cranico”.

A quel punto sono partite le indagini dei carabinieri che hanno fatto risalire ad una coppia di origini cinesi la cui base logistica era un centro massaggi. Le indagini protratte all’interno dell’attività, consentivano il ritrovamento di vario materiale riconducibile all’attività di prostituzione, rendiconti e documentazione probante, il bastone e la mannaia utilizzati dagli indagati i quali venivano arrestati per lesioni personali aggravate in concorso e denunciati per violazioni in materia di immigrazione. A quel punto i carabinieri hanno avviato un'indagine sul conto dell’attività con riguardo al regolare svolgimento di quello che doveva essere un centro massaggi.

Gli accertamenti condotti dall’Arma sulla vicenda avrebbero fatto emergere che la donna, 37 anni originaria della Cina, sarebbe stata costretta da anni a vendersi tutti i giorni, fino a notte fonda, ad uomini prevalentemente di età avanzata. Una sorta di trattamento aggiuntivo a luci rosse, naturalmente dietro pagamento di una somma variabile dai 20 ai 50 euro a seconda della prestazione. Tutti i proventi sia dei massaggi sia dei trattamenti extra, venivano incassati esclusivamente dal titolare del centro, consorte della donna.

Così, in relazione a quei fatti, sulla base di schiaccianti indizi di colpevolezza raccolti dalle susseguenti indagini scaturite, totalmente accolte dalla Procura di Monza, e che hanno permesso di riscontrare quanto già ipotizzato nella fase investigativae cioè che all’interno della struttura venissero forniti ai clienti servizi ben diversi rispetto a quelli afferenti la sfera del wellness, gli operanti, ottemperando al decreto emesso dal “Tribunale di Monza - Ufficio del G.I.P.”, per il reato di “sfruttamento della prostituzione”, hanno potuto porre fine ad una illecita reception a “luci rosse". La coppia è stata segnalata al Nucleo Ispettorato del Lavoro Carabinieri per ulteriori accertamenti connessi a presunte irregolarità lavorative.

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