rotate-mobile
Cronaca

Allarme droga: "A Monza ci si droga alla luce del sole, il primo spinello alle medie"

Il racconto di Enrico Comi, ex tossicodipedente che da anni entra nelle scuole di Monza e Brianza per spiegare ai ragazzi la pericolosità della droga

Inutile nascondersi dietro a un dito: la droga, purtroppo, a Monza c’è. Il problema della tossicodipendenza esiste anche nella città di Teodolinda, ed è uscito alla luce del sole nel periodo del lockdown con ragazzi e ragazze dipendenti pronti a violare Dpcm e pattuglie delle forze dell’ordine pur di recuperare una dose. E spesso iniettarla o sniffarla sotto gli occhi dei passanti. Un quadro che ci viene confermato anche da Enrico Comi, brianzolo, ex tossicodipendente molto famoso  nelle scuole di Monza e Brianza dove da anni viene interpellato per parlare ai ragazzi dei rischi di uno spinello, e per aiutare i genitori  e gli insegnanti ad aprire tempestivamente gli occhi.

Ragazze che si iniettano la dose a due passi dal Duomo

“Anche in questo periodo di lockdown il mio telefono non ha mai smesso di squillare – racconta Comi a MonzaToday -. Poche settimane fa ho ricevuto la segnalazione di un genitore che mi raccontava della presenza nel centro di Monza di due ragazze che, senza troppi problemi, si iniettavano una dose con la siringa a pochi passi dal Duomo. Non è una novità. Spaccio e consumo della droga sono ormai consuetudine anche nel centro di Monza, nei vicoli, nelle strade vicino alle scuole”. Ma questo non è il solo racconto. “Mi hanno segnalato anche la presenza alla stazione di Monza di un adolescente, molto probabilmente attorno ai 13 anni, che chiedeva soldi e poi è stato visto vicino a una scuola media con la dose. E da un dirigente di una scuola media di Monza ho ricevuto l'invito di parlare ai suoi ragazzi della pericolosità della droga”.

"I ragazzi delle medie di oggi, ne sanno come quelli del liceo"

Tutto avviene alla luce del sole: la droga riguarda i ragazzi del centro come quelli della periferia, maschi e femmine senza più distinzione che spesso, poco più che bambini, si avvicinano per la prima volta alle sostanze stupefacenti, certi di poter smettere quando vogliono, e che nel giro di poco tempo si ritrovano in un baratro dal quale difficilmente riusciranno ad uscire senza aiuti. “Purtroppo anche Monza e la Brianza non sono più incolumi dalla droga – spiega Comi -. Si inizia molto presto: la mia consulenza è stata richiesta anche alle scuole medie, e oggi mi ritrovo di fronte a preadolescenti che parlano con cognizione di causa, come facevano sette anni fa i ragazzi di seconda liceo”. La droga purtroppo è sempre più precoce e sempre più accessibile a tutti. “In seconda media lo spinello, alle superiori eroina e cocaina”. Per qualcuno l’abitudine prosegue nel corso della vita. “In Brianza ho segnalazioni di quarantenni e cinquantenni che annunciano agli amici del bar di farsi una sniffata. Persone sposate e padri di famiglia”, aggiunge

"La Dad ha salvato i più piccoli dall'avvicinarsi alla droga"

“In questo periodo di didattica a distanza i più giovani, che magari per la prima volta si affacciavano a questo mondo, sono stati in un certo senso preservati – continua -. Lontano dalla scuola e quindi dalle possibilità di entrare in contatto con spacciatori e consumatori poco più grandi di loro. Per chi invece era già diventato dipendente è stato un periodo duro: le occasioni di uscita erano diminuite, ma la necessità di assumere le sostanze assolutamente no”. Lo sanno bene i medici di medicina generali e gli specialistici in psichiatria. “Mi sono stati segnalati diversi episodi di ragazzi dipendenti finiti in Psichiatria per il consumo delle droghe – spiega -. La difficoltà a reperirle ha reso spesso questi giovani ingestibili”. “C’è stato un lavoro di contro cultura – prosegue Comi -. L’apertura di negozi che legalmente vendono cannabis, canzoni di rapper più o meno famosi che parlano liberamente del consumo di droga e che sono gli idoli dei più giovani. Oggi utilizzano la droga quasi in modo spudorato, non nascondendosi più come succedeva fino a una ventina di anni fa”.

Parola d'ordine: prevenzione e attenzione anche allo spinello

Adesso con un lento ritorno alla normalità diventa fondamentale il lavoro di prevenzione che Enrico Comi da anni porta avanti nelle scuole. Anche a distanza. “Purtroppo gli adolescenti e i giovani di oggi sono più informati di quelli di un tempo, ma l’informazione è sbagliata – precisa -. Si rivolgono a Internet e nel dubbio di provare o di non provare, tentano lo stesso. Alcuni dalla sera alla mattina, altri aspettano mesi o anche anni prima di iniziare”. L’inizio è sempre lo spinello, facilmente accessibile anche alle tasche di un ragazzino di seconda media. “Con la canna c’è il cosiddetto rito della condivisione – spiega -. Gli amici mettono insieme 15 euro e riescono a farsi lo spinello”. Quando però si passa a sostanze più “impegnative” - anche dal punto di vista economico - arriva il problema: una sniffata non costa quanto una canna.

"Salvare i ragazzi è un nostro dovere"

Salvare i nostri ragazzi dal tunnel della droga però si può. “A Monza da tempo lavoriamo sul tema della prevenzione – conclude Enrico Comi -. Ma è un lavoro che parte dall’interesse del singolo cittadino, oppure direttamente dalle forze dell’ordine con le quali avevamo in programma alcuni progetti già nel mese di aprile. Non possiamo abbandonare i nostri ragazzi, non possiamo lasciarli in balìa di chi dice loro che uno spinello non fa male e che le droghe sono sostanze naturali che non danneggiano l’organismo e che si può smettere quando si vuole”. Intanto venerdì 16 aprile alle 20.30 in diretta streaming lo spettacolo teatrale intitolato “Stupefatto” tratto dalla biografia di Enrico Comi. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Monza. Per iscrizioni (entro mercoledì 14 aprile) inviare un’email a pattocittadinanzainliberta@gmail.com o gruppospontaneoliberta@gmail.com.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Allarme droga: "A Monza ci si droga alla luce del sole, il primo spinello alle medie"

MonzaToday è in caricamento