Resta in carcere il monzese arrestato a Milano per terrorismo
Il gip ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dagli avvocati
Dovranno restare in carcere i due egiziani (uno residente a Monza) arrestati martedì 17 ottobre con l'accusa di associazione all'Isis in un'inchiesta della procura di Milano. Come riferiscono i colleghi di MilanoToday lo ha deciso il gip Fabrizio Filice che ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari presentata dai legali di Rafaei Alaa, 44 anni, e Nosair Gharib Hassan Nosair Mohamed, 49 anni, rispettivamente difesi da Emanuele Perego e Massimo Lanteri.
Così da Milano cercavano combattenti per Isis: la guerra santa di un muratore e un inserviente
Durante l'interrogatorio di garanzia il 44enne, ex imprenditore edile di origine egiziana ma con cittadinanza italiana, ha detto tra le lacrime "di non essere affiliato all'Isis, ma di aver mandato piccole somme di denaro nei campi profughi per aiutare donne e bambini, senza essere a conoscenza che era il campo delle vedove e degli orfani dell'Isis", ha spiegato il suo legale.
Non solo, l'uomo ha poi precisato che con l'Isis condivide "l'astio verso Assad e la Siria, e come cittadino italiano, che da 23 anni vive in Italia e che qui ha portato i suoi tre figli, mai avrei potuto pianificare un attentato in Italia che è il Paese della libertà o in Occidente"