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Cronaca

Giovane gay aggredito dal vicino: "Da mesi mi perseguita con provocazioni e gestacci"

L'episodio è accaduto sabato 22 maggio. La vittima ha denunciato il fatto anche al senatore Alessandro Zan

Aggredito e insultato: il giovane omosessuale finisce con il compagno in ospedale. Ferite fisiche guaribili in cinque giorni, ma il dolore psicologico e la paura avranno tempi di ripresa certamente più lunghi. La vittima decide di sporgere querela contro il suo aggressore, e di denunciare l’accaduto anche al senatore Alessandro Zan, padre del Ddl Zan.

L’episodio è accaduto in Brianza. Protagonista Alessio, 34 anni,  che vive con il compagno in una palazzina in un comune della Valle del Seveso. L’aggressione è avvenuta sabato 22 maggio, ma da mesi i rapporti con il suo aggressore non erano semplici. A prenderlo a male parole e a scagliarsi contro di lui il vicino di casa.

"Da mesi mi riempie di insulti a sfondo sessuale"

“Da dicembre, da quando è venuto ad abitare nel nostro condominio, i rapporti sono stati difficili – racconta Alessio a MonzaToday -. Non solo nei miei confronti, con continui attacchi alla mia sessualità, ma anche nei confronti di altri condomini, in particolare contro le donne”. Alessio racconta che è da tempo che incassa pesanti aggressioni verbali, provocazioni, gestacci. Il 22 maggio dalle parole, però, si è passati ai fatti.

“Ero uscito di casa e mi stavo recando al lavoro – prosegue -. Ero insieme al mio compagno e stavamo salendo in auto quando il vicino si è avvicinato senza mascherina. Le solite parolacce e gesti volgari ai quali ho risposto chiedendogli di allontanarsi e di abbassare il tono della voce. Ma alla mia richiesta, senza avere il tempo di rendermi conto di quello che stava succedendo, lui ha reagito aggredendomi. Sono stato preso a botte, schiaffi e pugni”.

"Basta con i soprusi: sporgerò querela"

Questione di secondi ed è scoppiato il putiferio: il compagno di Alessio e altri inquilini che hanno assistito alla scena hanno cercato di allontanare l’aggressore. Poi Alessio ha chiamato i carabinieri. Giunti sul posto i militari hanno raccolto le  testimonianze, e hanno cercato di placare gli animi.  "Per me quell'aggressione è un fatto molto grave - prosegue -. Per questo motivo ho deciso di andare oltre e di sporgere querela contro il suo aggressore, di raccontare pubblicamente la mia storia, nella speranza che il Ddl Zan venga velocemente approvato".

"Non è una scaramuccia: è violenza"

“Non si è trattata di una scaramuccia – precisa Alessio -. Le violenze verbali esistono e fanno male. Nel mio caso poi si è passati anche a quelle fisiche. Se tutti iniziassero a denunciare allora ci si renderebbe conto che le statistiche presentate da alcuni politici per minimizzare il Ddl Zan non sono veritiere. È da mesi che incasso insulti pesanti. Il mio aggressore mi ha detto epiteti irripetibili, tra i quali “fai schifo, tua madre non ti doveva mettere al mondo…” per non parlare delle continue provocazioni legate  alla mia omossessualità. È mesi che sopporto, che incasso, che rispondo educatamente alle provocazioni e che le ignoro. Ma non è bastato: sabato è passato alle mani”.

Alessio è ancora scosso. “Per due giorni non sono uscito di casa – conclude -. Il dolore fisico passa, ma quello interiore non si lenisce. Io, comunque, reagisco e con tutta la mia forza sto cercando di tornare a vivere la mia vita".

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