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Cronaca

Detenuto appicca incendio in cella

L’intervento degli agenti penitenziari ha scongiurato il peggio

Nei giorni scorsi un detenuto si era tolto la vita, in carcere, a Monza. Ed era la seconda volta da inizio anno, che accadeva. Nelle scorse ore invece gli agenti della polizia penitenziaria si sono trovati a dover fronteggiare un incendio, con le fiamme appiccate all’interno di una cella. A darne notizia è la Uilpa Lombardia. “E’ notizia di queste ultime ore quella sull’ennesimo evento critico nella Casa Circondariale di Monza. Il luogo che dovrebbe essere il tempio della messa in opera dell’art. 27 della Costituzione, dell’esecuzione sicura e certa della pena, il luogo verso cui la cittadinanza tutta ripone fiducia per un esatto svolgimento della misura restrittiva della libertà”.

“Un ristretto ubicato nel reparto di prima accoglienza avrebbe infatti dato vita ad un incendio di cella, l’episodio gestito al meglio dal Personale di Polizia Penitenziaria in servizio, non ha avuto tragiche conseguenze solo per il coraggio e lo spirito di sacrificio dei baschi azzurri del Carcere di Monza” spiega una nota del sindacato. “Si denuncia un sistema carcere abbandonato a dover gestire soggetti affetti da patologie psichiatriche, fatto grave che comporta -al tempo stesso- l’assenza di cure dovute verso i soggetti psichiatrici e l’assenza di condizioni minime di sicurezza per gli operatori penitenziari, si denuncia un sistema normativo che presenta evidenti lacune, con la conseguenza che i poliziotti penitenziari – privi di protocolli operativi d’intervento vivono in balia del primo ristretto che decide di scargliarvisi contro, si denuncia un insieme di norme penali che rendono conveniente minacciare od oltraggiare i servitori dello stato, con sanzioni così lievi che non irretiscono le intenzioni del detenuto di turno”.

“Sarà in grado la società di raccogliere queste denunce per investire – finalmente- nella sicurezza dell’oggi e del domani? Dell’oggi per chi in carcere ci lavora e del domani per quei cittadini che incontreranno nuovamente per strada ex detenuti cui il sistema carcere probabilmente non sarà stato in grado di offrire e dare una giusta rieducazione?” chiosa il segretario Uilpa Lombardia Domenico Benemia.

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