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Lutto

Addio a Rosy, una delle donne con la sindrome di Down più longeve

Si è spenta Rosella Rosy Crippa nata a Monza nell'aprile di 60 anni fa

"Ha compiuto il suo viaggio al massimo delle sue possibilità! È stata un autentico dono. Non abbiamo rimpianti ma solo ricordi felici". Così Antonella Crippa ha salutato la sorella Rossella (Rosy per tutti) morta ieri, venerdì 22 luglio, all'età di 60 anni. Rosy era nata con la sindrome di Down e la sua famiglia, fin da quando era una bimba, l'ha cresciuta cercando di abbattere le barriere burocratiche e sociali che, in quegli anni, ancora impedivano a una persona con la sindrome di Down di svolgere una vita normale.

Ad aprile la festa di compleanno

Proprio in occasione del suo compleanno, il 20 aprile, la sorella Antonella, avvocato di Monza, aveva raccontato a MonzaToday la storia di Rosy, dei genitori, del loro (e poi del suo impegno) a difendere e garantire i diritti alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Un volto sempre sorridente e felice quello di Rosy che è cresciuta nel quartiere di Cristo Re dove tutti la conoscevano e le hanno voluto bene. Per il suo 60esimo compleanno la sorella Antonella le aveva organizzato anche una festa: un anniversario importante, ma per Rosy quello era un primato. Quando era nata alla sua mamma i medici avevano dato poche speranze: quella bimba dal volto diverso rispetto agli altri neonati difficilmente avrebbe raggiunto i 20 anni. Ma le previsioni sono state disattese, anche grazie alla tenacia dei familiari di Rosy che non si sono mai arresi di fronte agli ostacoli. "Mia sorella è vissuta così a lungo perchè è stata curata e amata - aveva raccontato Antonella -. I miei genitori hanno dedicato tutta la vita a lei e sono stati tra i primi a portarla in giro, a cercare scuole, istituti, a pensare al futuro di Rosy. Mia mamma ha partorito nella stessa settimana in cui santa Beretta Molla ha dato alla luce al San Gerardo la sua bambina. Dopo poco è morta. Io alla mia mamma ricordo che lei, ogni giorno della sua vita, ha donato la vita a Rosy".

"Tutti la fissavano"

Una bambina speciale cresciuta nella Monza degli anni Sessanta e Settanta quando ancora non c'erano le associazioni e le attività che oggi esistomo a sostegno della socialità e dell'intregrazione (anche lavorativa) di queste persone. E non c'erano neppure aiuti per le famiglie. "Non era facile portare a passeggio Rosy. Molti si fermavano a fissarla, ad additarla e più di una volta mia mamma chiedeva che cosa ci fosse di tanto speciale per non abbassare lo sguardo dalla sua bambina. La portavano fino al Parco a piedi dove arrivava il pullmino che accompagnava Rosy all'istituto dove entrava il venerdì sera e usciva il lunedì mattina". 

"Un figlio così era una punizione di Dio"

Non sono stati anni facili, nè per Rosy nè per la sua famiglia. Accanto ai muri della burocrazia e dell'ignoranza culturale, c'erano anche i problemi fisici che la disabilità portava. E quel sentirsi continuamente dire che intanto per Rosy non c'erano vita e futuro. "I miei genitori non si sono mai arresi. Rosy poi ha iniziato a frequentare i centri diurni, è stata seguita, curata, amata. I miei genitori sono andati avanti, superando le umiliazioni perchè all'epoca un figlio down veniva considerato una punizione di Dio. Hanno bussato a tante porte e la maggior parte sono rimaste chiuse. Ma loro, sono andati avanti". E adesso alla vigilia dei 60 anni di Rosy la sorella ha deciso di festeggiare questo traguardo, ricordando i passi in avanti fatti dalla scienza, dal mondo del volontariato, del sociale. Ma non basta. "Il problema non è quando nasce un bambino con disabilità. Il problema è quando i genitori vengono lasciati soli e devono pensare al dopo di loro, vivere l'esclusione, la società grezza, ignorante e arida. Anche se, fortunatamente, ci sono anche belle storie come quelle del gruppo DAMA dell'ospedale San Paolo di Milano con medici straordinari che riescono ad entrare in empatia con queste persone, anche con quelle che non riescono a comunicare il loro dolore fisico". 

I funerali di Rosy verranno celebrati martedì 26 luglio alle 9.30 al Santuario della Madonna delle Grazie di Monza (via Montecassino). 

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