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Cronaca

La Brianza piange Michelino, il paladino della difesa della salute sul lavoro

In prima linea nella lotta per il diritto alla salute nei luoghi di lavoro

Una vita spesa in fabbrica, ma anche e soprattutto a difendere il diritto alla salute dei lavoratori. Lui che, di compagni e di colleghi, ne aveva visti tanti ammalarsi e morire. Si è spento Michele Michelino, classe 1949, anima del Comitato difesa salute luoghi di lavoro. Michelino è morto giovedì 21 aprile all'ospedale Niguarda di Milano.

Il suo nome, ma soprattutto il suo impegno, erano molto noti e apprezzati anche in Brianza. Tanti i colleghi monzesi e brianzoli che negli anni Sessanta e Settanta hanno lavorato con lui a Milano e a Sesto San Giovanni, prima alla Pirelli e poi alla Breda. Ed è proprio alla Breda che è iniziato il grande impegno di Michelino: lì nella grande azienda di Sesto San Giovanni Michelino ha visto ammalarsi e morire di mesotelioma (più noto come tumore dell'amianto) tanti operai. Ed è proprio in quel contesto che è nato il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio che vede tra i fondatori anche l'avvocato monzese Antonella Crippa che, proprio a causa del mesotelioma, ha perso il suo papà operaio a Sesto. 

"Michele era una persona straordinaria - ricorda Antonella Crippa -. Che ha portato avanti questa lotta a difesa dei lavoratori che in fabbrica si sono ammalati e per la fabbrica sono morti. Il prossimo 30 aprile, come ogni anno, a Sesto San Giovanni si celebrerà la commemorazione davanti alla lapide dedicata ai morti sul lavoro. E lì, in via Carducci, per la prima volta non ci sarà Michele con il suo megafono a ricordarci l'importanza della salute sui luoghi di lavoro". 

Tante le dimostrazioni di affetto non solo da amici, colleghi, ma anche dalla politica. Giovedì sera a Sesto San Giovanni, durante il consiglio comunale, c'è stato un minuto di silenzio per ricordare e onorare Michele Michelino. " Aveva ed ha  saputo superare le logiche delle contrapposizioni per dare valore 'alla vita e alla salute dei lavoratori' come valore trasversale a tutti. Ora e sempre", ricorda l'avvocato Crippa.

"Michele, da quando 16enne entrò alla Pirelli di Milano, fino al suo ultimo giorno ha vissuto per una cosa sola: la liberazione del proletariato di tutti i paesi dallo sfruttamento e dall’oppressione e il rovesciamento del sistema barbaro e inumano in cui viviamo, il capitalismo - ricordano con una nota i compagni del Centro di iniziativa proletaria Tagarelli e quelli del Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro -.   Una battaglia portata avanti contro tutto e contro tutti, con determinazione, tenacia e  coerenza. Rara virtù la coerenza, ma Michele la possedeva: faceva quello che diceva. Con la sua vita, e soprattutto con la sua opera, ci ha insegnato che la lotta paga, che se si è determinati e organizzati si può vincere anche nelle peggiori condizioni. E soprattutto ha saputo costruire, dovunque è andato, quella cosa fondamentale per la classe: l’unità. Michele è sempre riuscito, con tranquillità e calma, ad unire operai, lavoratori, compagni provenienti dalle più diverse esperienze per portare avanti la battaglia comune".

L'ultimo saluto questa mattina, sabato 23 aprile, alle 10.45 davanti alla camera mortuaria di Niguarda. 

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