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Cronaca

Caos per i minori disabili: all'Aias di Monza accettazioni bloccate da gennaio

Il problema, che riguarda molte Aias lombarde, è causato dai limiti di budget imposti dalla Regione Lombardia. Il presidente Gaetano Santonocito scrive al ministro per le Disabilità

A Monza minori (e famiglie) con disabilità che necessitano la riabilitazione sono messi in ginocchio: all’Aias (Associazione italiana assistenza spastici) dall’inizio dell’anno sono bloccate le accettazioni per i minori fino a 18 anni .

Non per colpa del covid, né per la mancanza di professionisti. Il problema sono i limiti di budget imposti dalla Regione Lombardia che non permettono alle strutture, come quella di via Lissoni, di rispondere alle richieste del territorio.

"Anche un minimo ritardo mette a rischio il futuro del minore"

Il grido d’allarme viene lanciato dal monzese Gaetano Santonocito, fondatore e  presidente dell’Aias di Monza e presidente del Comitato regionale delle Aias Lombardia.

Un problema già noto al Pirellone che adesso Santonocito ha illustrato con una lettera anche alla neo ministro per le Disabilità Erika Stefani.

“Purtroppo le liste d’attesa di presa in carico sono molto lunghe – spiega -. E quando di mezzo ci sono i minori, soprattutto i bambini e quelli in tenera età, non c’è assolutamente tempo da perdere. Un ritardo di pochi mesi potrebbe avere ripercussioni molto importanti per il recupero del paziente. Un ritardo anche di sei mesi può causare danni permanenti".

Ma le attese, purtroppo, all’Aias di Monza ma anche in altre strutture simili sono lunghe. "Per una visita dal neuropsichiatra anche sei mesi, che possono diventare anche 24 mesi se il paziente ha più di 3 anni”. Tempi impensabili, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per i genitori.

“Al nostro sportello e al nostro centralino accedono mamme e papà e terrorizzati. Persone che hanno appena ricevuto una diagnosi di disabilità del loro bambino e che sono state indirizzate alle nostre strutture; ma noi con i budget limitati non possiamo sforare. Le rette con le quali lavoriamo sono datate di 12 anni e le esigenze covid hanno ulteriormente aggravato una situazione di costi da anni ormai insostenibile. Purtroppo alcune strutture  rischiano di chiudere".

Durante la prima ondata fisioterapia a distanza

L’Aias di Monza in piena pandemia ha cercato di rispondere, anche a proprie spese, alle continue necessità dei suoi assistiti. Ha immediatamente attivato il servizio di fisioterapia a distanza, con il professionista che da remoto continuava a seguire, a indicare e correggere gli esercizi agli assistiti. Per coloro che non erano digitalizzati l’associazione ha comunque mantenuto il contatto diretto con costanti telefonate, anche per assicurarsi delle condizioni di salute e delle necessità dell’utente.

“Malgrado il lockdown, le chiusure, le difficoltà burocratiche ed economiche siamo riusciti a garantire il 95% delle prestazioni assegnate”, conclude Gaetano Santonocito. 

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