Ecco che cosa ne sarà dei lavoratori brianzoli licenziati un mese fa dalla multinazionale
Nei giorni scorsi sottoscritto l'accordo tra la Hydro Extrusion e la Fiom Cgil
Oltre un mese e mezzo fa l’annuncio dei 9 licenziamenti. Adesso in Regione Lombardia la sottoscrizione dell'accordo di gestione della procedura di licenziamento collettivo per 9 esuberi aperta da Hydro Extrusion di Ornago il 28 settembre, presentato nelle assemblee con le lavoratrici ed lavoratori
“L'accordo – si legge nella nota ufficiale della Cgil - prevede la riduzione di una unità degli esuberi annunciati, che diventano pertanto 8 e il solo criterio della non opposizione al licenziamento. Riguarderà pertanto le lavoratrici ed i lavoratori che hanno espresso o esprimeranno il loro interesse all'uscita dall'azienda, con il riconoscimento di un sostegno economico ed un programma di outplacement messi a disposizione dalla società”. Da un mese a questa parte i dipendenti erano scesi in piazza: una mobilitazione con scioperi per scongiurare la decisione della multinazionale norvegese che conta nello stabilimento di Ornago 145 addetti.
“Importanti sono state le iniziative di sciopero e la coesione dimostrata dai lavoratori di Hydro Extrusion nel corso della vertenza - prosegue la nota ufficiale della Cgil - che hanno consentito di arrivare ad un accordo in sede istituzionale, con grosse difficoltà ed all'ultimo giorno della procedura, ma che ha sancito il criterio che l'azienda non procederà a licenziamenti unilaterali e della riduzione degli esuberi. Resta la forte preoccupazione per gli andamenti degli ordini e l'amaro in bocca per un'azienda che ha pensato di scaricare il rallentamento del mercato e della domanda sui lavoratori in somministrazione che nel corso del 2023 non sono stati confermati e sui lavoratori Hydro Extrusion attraverso la riduzione del numero di addetti”.
Per Fiom Cgil non è quella del licenziamento la strada da intraprendere per affrontare il momento della crisi. “Gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione, sono gli strumenti che le aziende devono utilizzare per rispondere ad un calo di domanda e per la definizione di un piano di riorganizzazione industriale che punti alla salvaguardia dei posti di lavoro”, precisa la nota.