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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

I politici monzesi che l'1 aprile sono scesi in piazza (ma non per uno scherzo)

Ecco perché hanno protestato contro la giunta Pilotto

Sabato 1 aprile a Monza Fratelli d’Italia sono scesi in piazza. Nessuno scherzo dell’1 aprile, ma un sit in di protesta contro l’approvazione del bilancio di previsione 2023-2025 approvato il 30 aprile. 

“Il centrosinistra ha approvato un bilancio di previsione che prevede diversi aumenti che sfiorano in alcuni casi il 67%, costi aggiuntivi che i cittadini dovranno sostenere per usufruire dei servizi a domanda individuale – si legge nella nota ufficiale -. Fratelli d’Italia ha bocciato in aula questo documento ed è scesa in piazza sabato 1 aprile con lo slogan “purtroppo non è un pesce d’aprile” per protestare contro questa decisione e per informare tutti i cittadini delle scelte prese dall’attuale amministrazione. Scelte che non tengono conto delle attuali difficoltà che i cittadini si trovano ad affrontare, azioni che ancora una volta dimostrano che l’amministrazione NON sta dalla parte delle persone fragili. La posizione da parte di Fratelli d’Italia Monza è chiara, meno chiara la posizione della maggioranza e del Sindaco che nel comunicato stampa ufficiale aveva detto: ‘A fronte di un contesto incerto abbiamo comunque deciso di non aumentare le tariffe e di non ridurre i servizi accollandoci gli adeguamenti ISTAT dovuti all’inflazione’ cosa poi smentita in aula a seguito di diverse domande dei consiglieri di minoranza alle quali è stato risposto che gli aumenti erano attribuiti proprio agli adeguamenti ISTAT”.

“Ci sfugge qualche passaggio - afferma Stefano Galli consigliere comunale di Fratelli d’Italia Monza e Presidente della Commissione Bilancio e Attività Produttive - prima ci viene detto che il comune assorbirà gli adeguamenti ISTAT, poi ci dicono che ci saranno aumenti dovuti però solo agli adeguamenti e poi troviamo nel bilancio aumenti che raggiungono il 67%, percentuale che va quindi ben oltre il 12% dell’inflazione al momento della stesura del Bilancio. Tre posizioni diverse che vanno in contrasto fra loro e che non fanno chiarezza. Se una parte degli aumenti è dovuta ad adeguamenti ISTAT allora va ricordato che non era obbligatorio né applicare l’indice massimo né tantomeno applicare immediatamente gli adeguamenti, sarebbe stato opportuno aspettare visto anche il particolare periodo di difficoltà che i cittadini stanno affrontando. Per altro quando è stato redatto il bilancio l’inflazione era al picco massimo del 12%, ora che è stato approvato è già scesa al 9% circa. Aspettare avrebbe consentito di analizzare una situazione più stabile e consolidata evitando di applicare tassi volatili”.

"Il comune – aggiunge il capogruppo Andrea Arbizzoni - avrebbe dovuto e potuto fare lo sforzo di assorbire alcuni aumenti che vanno a colpire categorie particolarmente fragili. Era nelle capacità dell’Ente visto anche l’avanzo cospicuo lasciato dalla passata amministrazione. Sullo sport rispetto ad altri aumenti abbiamo l’aggravante che non si tratta di utilizzo di servizi una tantum, ma vere e proprie tariffe orarie o giornaliere sulle quali l’aumento ha certamente un impatto considerevole. Si va a colpire un settore già penalizzato con il covid e che è da sempre uno strumento di aggregazione e sviluppo nonché formazione per tantissimi giovani, ma anche per tutte le fasce d’età. Spiegazioni discordanti, scuse e giustificazioni poco trasparenti lasciano il posto ad un unica certezza, la prima manovra del centrosinistra alla guida di Monza è stata quella di aumentare i costi per i cittadini".

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