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Salute

Una nuova speranza per sconfiggere la leucemia mieloide acuta

Arriva dal Centro Tettamanti di Monza. La pubblicazione dei risultati sulla rivista scientifica internazionale "Leukemia"

Per sconfiggere la leucemia mieloide acuta è fondamentale studiare il microambiente del tumore. Solo così sarà possibile sviluppare nuove terapie. Questi i risultati della "review" condotta dai ricercatori del Centro di Ricerca Tettamanti di Monza, e pubblicati sulla rivista scientifica “Leukemia”.

I ricercatori hanno condotto una  rassegna su 135 studi scientifici internazionali sulla leucemia mieloide acuta. Uno studio realizzato grazie al supporto di AIRC, Comitato Maria Letizia Verga, Quelli che con LUCA Onlus, Associazione Amici di Duccio e del Comitato Stefano Verri.

La review” dei 135 studi scientifici è stata condotta dalle ricercatrici Sarah Tettamanti e Alice Pievani coadiuvate dalla dottoressa Marta Serafini del Centro di ricerca Tettamanti (diretto dal professor Andrea Biondi), insieme ai colleghi del Lineberger Comprehensive Cancer Center del North Carolina (USA). 

Lo studio del microambiente leucemico è fondamentale

Dall’analisi delle ricerche è emerso che studiare e riprodurre il microambiente leucemico è fondamentale per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici combinati, che prevedano anche l’utilizzo delle cellule CAR-T.

Le cellule CAR-T ottenute a partire dalle cellule T di donatori sani, sono utilizzate oggi per il trattamento di un altro tipo di leucemia, la leucemia linfoblastica acuta. In particolare, i ricercatori del Centro di ricerca Tettamanti hanno messo a punto uno specifico tipo di cellule CAR-T, chiamate CARCIK, la cui produzione non prevede l’uso di un vettore virale (come avviene per le due terapie a base di CAR T già disponibili), bensì di speciali molecole dette trasposoni.

Il microambiente leucemico, infatti, è il luogo in cui si sviluppano i meccanismi di fuga del tumore (tumor escape). Si tratta della capacità delle cellule leucemiche di trovare nuove strade per riprodursi, ostacolando l'efficacia terapeutica e causando la recidiva di malattia. Comprendere la complessità del microambiente è il primo passo per testare nuove strategie terapeutiche in grado di ripristinare un’efficace risposta contro la malattia e prevenire i meccanismi di fuga del tumore, senza aumentare la tossicità.

Ad oggi il tasso di sopravvivenza è ancora basso

Ad oggi i trattamenti di prima scelta per contrastare la leucemia mieloide acuta sono la chemioterapia e il trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Nonostante i notevoli progressi negli studi di base e preclinici sulla leucemia mieloide acuta, il tasso di sopravvivenza a cinque anni rimane basso, attestandosi attorno al 50% negli adulti e al 65% nei bambini. Numeri che evidenziando l'urgente necessità di nuove terapie sinergiche.

"Grazie all’analisi di questo elevato numero di pubblicazioni sulla LMA, realizzata grazie alla collaborazione con i colleghi del Lineberger Comprehensive Cancer Center in North Carolina guidati dal professor Giampietro Dotti, possiamo affermare che lo studio e la creazione di modelli che riassumono fedelmente i meccanismi di fuga del tumore possono aiutarci a testare nuovi approcci terapeutici - dichiara Marta Serafini, responsabile dell'Unità cellule staminali e immunoterapia del Centro Tettamanti – responsabile dell’Unità cellule staminali e immunoterapia del Centro di ricerca Tettamanti -. Questo apre la strada a un importante passo verso possibili sviluppi di terapie che prevedano anche l’utilizzo delle cellule CAR-T per la cura della leucemia mieloide acuta. L’implementazione di terapie combinate è fondamentale per contrastare questo tipo di leucemia, che si manifesta in forme molto aggressive. Oggi, nei laboratori del Centro di ricerca Tettamanti stiamo lavorando allo sviluppo di CAR-T che vadano ad attaccare non solo la cellula tumorale – come avviene nel caso delle cellule CAR-T generate nei trial in corso per la leucemia linfoblastica acuta - ma anche le componenti del microambiente”.

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