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Domenica, 28 Aprile 2024
L'intervento record

Quel cantiere invisibile che per 8 km scorre dal parco alla città: intervento record di Brianzacque

BrianzAcque risana senza scavi 8 km di collettore da Sovico al Parco di Monza

BrianzAcque scommette ancora sui cantieri no dig, ovvero senza scavi. E risana un tratto di quasi 8 chilometri del collettore fognario che da Sovico trasporta le acque reflue fino al depuratore San Rocco di Monza.

Si tratta di 7,6 chilometri di grosse tubazioni che corrono sotto la Strada Provinciale SP 6 Monza- Carate Brianza per poi innestarsi nel “giacimento” verde dello storico Parco di Monza, l’oasi verde cintata più grande d’Europa. Un intervento record con oltre 16 milioni di costi di lavori, 2 anni di progettazione, altrettanti di esecuzione e il coinvolgimento di 5 comuni.

Che cos'è la tecnologia no dig

La scelta di utilizzare la tecnologia no dig al posto del tradizionale sistema dello scavo a cielo aperto, si è rivelata vincente in quanto consente di risanare le vecchie condotte dall’interno limitando al minimo le manomissioni di suolo lungo la strada Provinciale, asse viabilistico tra i più trafficati della Brianza, come pure di salvaguardare l’immenso patrimonio naturalistico del Parco e il suo prezioso ecosistema. Grazie all’impiego di questa tecnologia innovativa, in perfetta linea con i principi e gli obiettivi di sostenibilità, si ottengono benefici di carattere ambientale, sociale ed economico. L’operazione, che vede coinvolti i comuni di Sovico, Macherio, Biassono, Vedano al Lambro e Monza, è stata illustrata nel corso della mattinata di martedì a margine di un seminario formativo sull’argomento promosso da BrianzAcque in partnership con l’Ordine Ingegneri di Monza e Brianza e a cui ha partecipato la terza classe del liceo di scienze sperimentali “Maddalena di Canossa” di Monza.

“In Italia, siamo state tra le prime società del settore ad applicare in modo consistente la tecnologia no dig, significativa per il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica. Dopo alcuni interventi diventati delle case history, ora lavoriamo alla riabilitazione strutturale del grande collettore, infrastruttura vecchia di quasi 60 anni e bisognosa di cure, che sarà preventivamente rimessa a nuovo evitando l’apertura dei tradizionali cantieri a tutela del territorio e delle comunità” ha spiegato il presidente e AD di BrianzAcque, Enrico Boerci.

Il convegno-2

Nell’ambito delle varie tecnologie no dig, il settore progettazione e pianificazione di BrianzAcque, che al suo attivo vanta la realizzazione di importanti interventi di questo genere conosciuti come case study a livello nazionale, ha ritenuto più valido il metodo del relining. La tecnica permette di installare un nuovo tubo all’interno di quello esistente utilizzandolo come cassero. Il nuovo tubolare- chiamato liner- viene impregnato di resina, inserito e fatto indurire dentro il tubo ospite. In questo modo, la condotta viene riscostruita dal di dentro, riacquista la piena funzionalità statica e idraulica senza ricorrere a effrazioni delle superfici e allo smantellamento delle tubature. Procedere con la sostituzione delle tubature con il classico cielo aperto avrebbe comportato tempi di esecuzione dell’intervento più lunghi e notevoli problematiche per i comuni e per il patrimonio green del Parco. In particolare, lavorare con il no dig consente di evitare tutta una serie di disagi legati al trittico: sicurezza, traffico, vincoli. Sicurezza perché lo scavo a cielo aperto si trascina maggiori problemi legati alla sicurezza degli operai che lavorano nei cantieri e agli utenti della strada. Il traffico perché posare a cielo aperto significa chiudere strade e corsie di marcia con ripercussioni sull’ aumento dei tempi di percorrenza e maggiore inquinamento per la formazione di code. Da ultimo, i vincoli in quanto scavare a cielo aperto significa avere a che fare soprattutto con l’ interferenze dei sottoservizi esistenti con relativo rallentamento e incremento dei costi dell’opera.

Il cantiere no dig-2

I costi

Il costo dell’opera pari a 16 milioni di lavori sarà sostenuto utilizzando un prestito BEI (Green Loan) per un importo di 7,72 milioni e un finanziamento di Regione Lombardia per 3,5 milioni. BrianzAcque coprirà la restante parte con l’impiego degli introiti delle bollette del servizio idrico integrato fornito nei 55 comuni dell’ambito di competenza di MB. “Se il nostro territorio si dimostra anche oggi all’avanguardia e sempre pronto a fare scuola – ha detto il vice Presidente della Provincia di Monza e Brianza, Riccardo Borgonovo - è soprattutto grazie ad aziende pubbliche come BrianzAcque, che fanno dell’innovazione il proprio punto cardine, dando prova non solo di sapienza ingegneristica ma anche e soprattutto di cura nei confronti dei cittadini della nostra Provincia. I complimenti dunque da parte di tutta la Provincia di Monza e della Brianza a BrianzAcque e a tutti i partner che hanno collaborato nel progetto, con l’augurio che questo possa dettare la strada da prendere per gli interventi a venire”.

Dopo aver preso avvio da Sovico lo scorso luglio, i lavori proseguono da Nord in direzione Sud con basso impatto ambientale. Attualmente, sono in corso tra i comuni di Biassono e di Vedano al Lambro. La Provinciale 6 è coinvolta per un tratto di 4,3 km. (56% del progetto). Dei 7,6 km. totali di tubazioni da riqualificare gli altri 2,8, (corrispondenti a poco più del 35%) si snodano all’interno della cinta del Parco dove il collettore entra da Vedano al Lambro in via Ambrogio Villa e prosegue su viale Cavriga per finire in via Lecco con l’attraversamento del fiume Lambro. Le attività di cantiere, ai margini della carreggiata stradale, procedono a step ma contemporaneamente in più punti del tracciato con scavi ridotti al minimo, giusto allo spazio necessario per consentire ai mezzi delle imprese di raggiungere i sottoservizi e il passaggio del liner che risana la condotta per lunghezze mediamente di circa 100 metri per volta.

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