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Martedì, 30 Aprile 2024
La storia / Centro Storico / Via Bartolomeo Zucchi

La chiesa monzese "salvata" dalla comunità ucraina

La domenica si celebra la messa in rito bizantino

A Monza, in via Zucchi, c'è una chiesa che è stata letteralmente "salvata" dalla comunità ucraina.

Si tratta della chiesa di Santa Maria degli Angeli, le cui porte grazie alle funzioni religiose celebrate della giovane comunità di rito bizantino locale si sono finalmente riaperte. Le chiese vuote, tra carenza di fedeli e carenze delle vocazioni, sono infatti un fenomeno che interessa anche la città di Teodolinda. E in particolare proprio quella di via Zucchi, per molto tempo chiusa al pubblico. Perché non più frequentata dai fedeli e senza un sacerdote che potesse occuparsi di dire messa.

Poi c'è stato lo scoppio della guerra in Ucraina. E l'occasione si è rivelata utile per concedere alla comunità ucraina monzese (la più giovane della Lombardia) un luogo nel quale pregare tutti insieme per la fine del conflitto. Sebbene bisognosa di diversi lavori di riqualificazione per via delle infiltrazioni d'acqua monsignor Silvano Provasi ha infatti concesso l'uso della chiesa (che è sotto la giurisdizione dle Duomo) alla comunità guidata da don Taras, sacerdote che fa capo alla parrocchia ucraina di via Meda a Milano. Che lì, ogni settimana, celebra la messa con rito bizantino.

Un'accoglienza straniera, quella all'interno della chiesa di via Zucchi, che si affianca anche a quella dei fedeli dello Sri Lanka e del Sud America. Che in via Zucchi a giorni alterni si riuniscono e celebrano messa. Permettendo così alla chiesa di continuare a vivere e a restare aperta, seppure parzialmente, nonostante da tempo non più praticata dai monzesi.

La chiesa, fatta costruire nel 1608 per volontà di Bartolomeo Zucchi, è stata a suo tempo uno degli edifici più importanti della città. Lo Zucchi volle infatti erigere in quel luogo la chiesa per commemorare il miracolo che San Carlo Borromeo (la cui statua capeggia di fronte alla chiesa) aveva fatto a Monza guarendo una nobildonna proprio in quel luogo. Qualche anno, ancora, fa era stata la studiosa monzese Valeriana Maspero ha chiedere che sulla tomba dello Zucchi fosse riposta una lapide, rimossa proprio agli inizi del 1700 perché il calpestio continuo dei fedeli l’aveva resa illeggibile, quale omaggio a un pezzo importante di storia della città. 

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