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Lavoro / Agrate Brianza

"Licenziata a 50 anni perché si ammala": la denuncia del sindacato

Intanto venerdì 26 gennaio i suoi colleghi hanno organizzato uno sciopero. La vicenda è stata denunciata anche ai politici brianzoli

Venerdì 26 gennaio i sindacati sciopereranno per chiedere il ritorno in fabbrica di quella collega che poche settimane fa ha ricevuto la lettera di licenziamento. In azienda non ci sarebbe un posto idoneo alle sue attuali condizioni di salute, e a 50 anni la donna si ritrova senza un lavoro.

Succede ad Agrate Brianza, alla StMicroelectronics, dove venerdì mattina è previsto anche un picchetto ai tornelli. A organizzare la protesta sono i colleghi della Rsu, della Usb e della Uilm che chiedono alla multinazionale di ritirare la lettera di licenziamento e di reintegrare la donna.  A raccontare alla redazione di MonzaToday il fatto è Michele Solimando, rappresentante della Rsu della ST e dirigente Usb Lombardia. “Siamo molto amareggiati per quello che è successo alla nostra collega - racconta -. Soprattutto in un’azienda quale è la StMicroelectronics che si è fregiata, in queste ultime settimane, di essere una delle aziende dove si lavora meglio e dove i lavoratori sono più felici. Dove al centro ci sono l’inclusione e l’attenzione ai dipendenti più fragili. Ma nel caso della nostra collega non è stato così”. 

La lavoratrice, della quale naturalmente non vengono fornite le generalità, secondo quanto riferito dal rappresentante dei lavoratori ha vissuto anni di calvario. Che sono poi sfociati nel licenziamento. E oggi a 50 anni la donna si ritrova senza un posto di lavoro e con la difficoltà di trovarne uno vista l’età e i problemi di salute. “Ma la nostra collega può lavorare, come ha dimostrato, se inserita in un ufficio”, precisa Solimando.  “La vicenda è iniziata circa tre anni fa - spiega - quando la lavoratrice, impiegata come operaia, ha avuto seri problemi di salute. Per questo motivo è stata spostata dal reparto produttivo a un ufficio interno con mansioni impiegatizie, visto che aveva il diploma di scuola media superiore”.

Una situazione che è proseguita per circa 2 anni, poi la donna è stata nuovamente spostata. “Ancora in quel reparto dal quale era stata trasferita quando si si è ammalata - prosegue il sindacalista -. Noi come Usb ci siamo immediatamente mobilitati e richiesto l’intervento di un medico dell’Ats che ha dichiarato quella situazione non idonea. La donna è rimasta quindi a casa coi permessi retribuiti per poi ricevere la lettera di licenziamento. Ma come è possibile che in un’azienda con 5mila dipendenti non ci sia un posto per una lavoratrice all’interno di un ufficio?”. Solimando ha già sollecitato un intervento della politica. “Ho inviato la segnalazione a tutti i politici del territorio di Monza e Brianza. Mi auguro in un intervento e in una presa di posizione”, ha concluso.

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