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Il Comune brianzolo dove ha aperto lo sportello di ascolto arcobaleno

All'interno del municipio di Desio. Il servizio su appuntamento

A Desio apre lo sportello d'ascolto per la comunità Lgbtiqapk+ della Brianza. Un progetto sperimentale quello promosso dall'associazione Boa (Brianza oltre l'alrcobaleno) e che ha visto il Comune brianzolo accogliere la proposta. Con una convenzione che durerà fino al 31 dicembre 2022. 

Lo sportello si trova in municipio (piano terra, ingresso A) ed è aperto su appuntamento il martedì dalle 15.30 alle 17.30 (per fissare un incontro telefonare allo 036.2392372, o inviare un'email a boabrianza@gmail.com). Si tratta di un servizio informativo rivolto - non solo alla comunità Lgbt - ma anche a tutti i cittadini che vogliono approfondire i temi dei diritti di cittadinanza e sociali, pari opportunità, non discriminazione e orientamento sui servizi dedicati.

L'associazione Brianza oltre l'arcobaleno è nata nel 2019 con l'intento di creare uno spazio di accoglienza per le persone LGBTIQAP+ (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Queer, Intersex, Asexual, Pansexual/Polyamorous and Kink ) e con l'obiettivo di offrire un punto di riferimento a coloro che cercano un aiuto concreto. L'associazione pone al centro delle proprie attività la conoscenza, il sostegno e le problematiche delle persone LGBTIQAP+.

"Lo sportello in apertura a Desio vuole garantire uno spazio di ascolto non giudicante, di accoglienza e sostegno per queste persone che affrontano momenti critici della propria esistenza, oltre a fornire supporto legale per i casi di discriminazione nei luoghi di lavoro", spiegano i promotori. 

"Soprattutto durante il periodo del lockdonw al loro nostro sportello di ascolto telefonico sono arrivate una cinquantina di chiamate - spiega Oscar Innaurato, uno dei referenti di Boa -. Richieste di aiuto da parte di persone omosessuali e non che subivano violenza all'interno della mura domestiche". 

Un progetto nel quale Boa crede molto. "Crediamo che l’apertura di questi sportelli sia fondamentale, specialmente in questo periodo di repentini cambiamenti, in cui la socialità e la salute mentale sono continuamente intaccati da fattori esterni, e in cui spesso il primo luogo dove si consumano gesti omobitransfobici sono proprio le mura domestiche".

In aumento anche le richieste di aiuto da parte dei giovanissimi. "Emblematica la vicenda di un 14enne che frequentava una scuola superiore della Brianza. Il ragazzino veniva schernito per la sua identità di genere: era 'non binary', cioè non si rispecchiava né nel genere maschile, né in quello femminile. I compagni lo schernivano e sono state inutili anche le segnalazioni ai professori. Il giovane era sull'orlo di abbandonare la scuola ma, grazie al supporto dei nostri psicologici e all'aiuto dei familiari è ritornato sui suoi passi". 

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