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Visite nelle Rsa: ecco quello che (realmente) possono vietare le direzioni sanitarie

Il Comitato Orsan (Open Rsa Now) diffonde le Faq sui diritti dei parenti e su quanto possono fare le strutture in base alle indicazioni di legge

Visite agli anziani ricoverati nelle Rsa: è ancora caos. La denuncia è del Comitato Orsan (Open Rsa Now) fondato dal monzese Dario Francolino.

Da nord a sud sono numerose le segnalazioni di familiari che, malgrado siano muniti di green pass, non possono accedere alla struttura per far visita al congiunto.

Dal Comitato arriva una sorta di FAQ (risposta alle domandi più frequenti): come interfacciarsi con le direzioni sanitarie delle Rsa anche alla luce della Circolare del 30/07/21 diramata dall’ufficio legislativo del Ministero della Salute e recepita dalle Regioni che l’hanno fatta propria modificando di fatto le modalità di entrata dei famigliari e le uscite degli ospiti.

È vero che la circolare non obbliga le Rsa a conformarsi e ad applicarla in quanto si tratta solo di suggerimenti/opportunità ma la decisione finale spetta “caso per caso” - secondo quanto dichiarato a mezzo stampa dall’Ats di Bergamo, al direttore sanitario?
Falso. Le Ats non hanno alcun diritto di interpretare le circolari del Ministero e della Regione ma solo di applicarla. La circolare attuativa del Ministero della Salute ha proprio l’obiettivo di chiarire il combinato disposto di ben due leggi in cui e’ stata convertita l’ordinanza dell’8 maggio 2021 e dare indicazioni operative definitive su entrate e uscite in Rsa. Appare evidente che se ogni Ats o addirittura ogni Rsa si mettessero ad interpretare le circolari interpretative del Ministero e della Regione, a che cosa servirebbe l’emanazione delle stesse?

È  vero che la decisione finale circa ingressi e uscite in Rsa è sempre del direttore sanitario che può farlo a prescindere dalle leggi in vigore e dalle circolari di Ministero e Regioni?
Falso. I direttori sanitari hanno l’obbligo di applicare la legge che dichiara le Rsa aperte, e ogni decisione restrittiva deve essere motivata per iscritto, comunicata in Ats, e rispondere ai criteri indicati dal Ministero della Salute: alto rischio epidemiologico nella Regione o nell’area dov’è ubicata la struttura; presenza o rischio conclamato di focolai in struttura (per esempio ospiti e/o operatori positivi); gravi e irrisolvibili problematiche organizzative in struttura che suggeriscono di emanare provvedimenti restrittivi a scopo precauzionale, sempre motivati per iscritto.

È vero che il direttore sanitario può disporre ogni qualvolta lo ritenga la quarantena per gli ospiti della struttura al rientro da un’uscita ?
Falso. Può farlo solo in casi ben definiti e circoscritti  in cui ci sia un ragionevole sospetto di rischio per gli ospiti, ma mai come divieto generale.

È vero che al rientro dalle uscite gli ospiti devono essere sottoposti a tampone ?
Il Ministero della Salute è categorico nell’affermare che non è ritenuta necessaria per gli ospiti  - oltre il 95% - in possesso di green pass.

È  vero che non  possono essere utilizzati gli spazi chiusi della struttura?
Falso. È opportuno che la struttura identifichi spazi idonei, ampi ed arieggiati mantenendo adeguate le procedure di sanificazione e di areazione dei locali o della stanza dove è avvenuta la visita. La preferenzialità degli spazi aperti era prevista nell'ordinanza dell' 8 maggio quando si andava incontro all'estate.

È vero che la programmazione è una delle misure precauzionali per la prevenzione del contagio?
Vero. Ma, sulla base di questo disposto, le direzioni sanitarie hanno di fatto limitato gli ingressi centellinando le visite e riducendole a pochi minuti ogni tot  giustificandosi, nella maggior parte dei casi, con l'affermazione di "dover alternare gli appuntamenti per garantire la visita a tutti gli ospiti".

"È utile ricordare - precisano da Orsan - che secondo le dichiarazioni delle autorità sanitarie e del governo,  per assembramento deve intendersi ogni agglomerato con più di due persone dove non è possibile mantenere la distanza sicurezza di almeno un metro. Quindi, il gestore, per evitare l'assembramento è necessario che mantenga il distanziamento di un metro tra una persona e l’altra, anche all’aria aperta valutando la configurazione e la superficie degli spazi per calcolare il numero massimo delle visite ammissibili contemporaneamente evitando, così, di ridurre spazi e visite ai minimi termini". 

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